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Patagonia - I

Il dettagliato diario di viaggio del nostro Luca

 

Introduzione 

Il viaggio si è svolto tra dicembre 2005 e gennaio 2006, all’inizio dell’estate australe, il periodo migliore per visitare il sud del continente americano. Il tempo è al suo meglio e le vacanze dei cileni e degli argentini non sono ancora iniziate (vanno indicativamente da metà gennaio a fine febbraio). In entrambi i paesi tutto è molto pratico, semplice e di facile accesso ai viaggiatori, purtroppo l’emergente e rampante economia cilena fa sì che i prezzi si stiano alzando in maniera spaventosa (in un anno il peso si è rivalutato del 25% sull’euro), mentre in Argentina più si risale più i prezzi diventano bassi. I collegamenti sono sempre ottimi, ma per scendere il Cile (in corrispondenza del Campo De Hielo Del Sur) c’è il problema che non esistono strade, quindi siete vincolati a prendere un mercantile oppure l’aereo, sempre se non andate via terra per l’Argentina. I chilometri sono molti e gli spostamenti prendono molto tempo, verificate sempre con anticipo la combinazione migliore.

 

1° giorno

Ritrovo all’aeroporto di Bologna, da dove partiamo con voli differenti a seconda dei giorni di ritorno. In due abbiamo un volo Air France, in tre Iberia mentre un’amica è partita il giorno precedente con Iberia. Air France ha orari certi e ottimi aerei, ma scopriamo che sul Bologna-Parigi non viene più servito cibo, forse per adattarsi alla concorrenza dei voli a basso prezzo. Arriviamo all'aeroporto Charles De Gaulle, e da lì prendiamo il volo con destinazione Santiago via Buenos Aires. L’aereo è un moderno 777 dotato di schermo personale giochi e ogni possibile intrattenimento per le 17 ore di volo (scalo compreso).

 

Palacio de La Moneda, Santiago (Cile)

 

2° giorno

Dopo la sosta a Buenos Aires arriviamo a Santiago in perfetto orario dove ci ricongiungiamo tutti e sei. All’aeroporto ci sono due bancomat dove prelevare, poi col bus arriviamo in centro alla città. Cerchiamo da dormire nella zona Concha y Toro, un quartiere bohemien vivo e interessante. Tutte le strutture da noi cercate sono piene, così rimediamo un hotel a ore che però ci cede l’ultimo piano a un prezzo abbordabilissimo. Iniziamo la visita del centro, Marco e io reduci dall’anno scorso facciamo un po’ da guida così arriviamo alla “solita“ Moneda e da lì alla Plaza de Armas. Poi dopo aver cercato inutilmente presso alcune agenzie di organizzarci per il viaggio in mercantile, iniziamo a scoprire un’altra zona della città tenendo il Parco Balmaceda come riferimento geografico. La città come ricordavamo offre poco, moderna, ordinata ma poco caratteristica. Per cena ci trattiamo bene in un ristorante, paradiso della parilla.

 

Parque Por La Paz, gli scomparsi durante il regime Pinochet, Santiago (Cile)

 

3° giorno

Prima meta La Chascona, la casa cittadina di Pablo Neruda, così chiamata in onore della chioma della sua terza moglie. è un luogo su più strutture fatte sempre a forma di nave, con all’interno svariate opere di artisti internazionali donate allo scrittore cileno. Poi giro sul Cerro Santa Lucia da dove si può avere una visione d’insieme di tutta la città. Non che sia una vista mozzafiato, ma il parco merita una sosta. Poi con un bus al Parque Por La Paz. Questo parco altro non è che il luogo in cui sorgeva Villa Grimaldi, terreno requisito dalla DINA all’omonima famiglia italiana e luogo delle più atroci torture al tempo del regime di Pinochet. Qui venivano portati i più pericolosi avversari politici, non troverete quasi più nulla se non la torre dove venivano rinchiusi e torturati molti prigionieri. Il luogo è stato anche scenario di speculazioni edilizie legate al vecchio regime. Fa impressione il fatto che quasi nessuno sappia nulla di questo parco, arrivarci non sarebbe difficile (45 minuti dal centro in bus), se solo qualcuno sapesse indicarci dove sia. Una visita merita, non si paga nulla se non un’offerta libera alla fine. Nel fine settimana vengono fatti concerti serali in uno scenario da teatro naturale. Per cena rientriamo in città e ci fermiamo ad una Fonte de Soda, prima di raggiungere la stazione dei bus dove partiamo per un viaggio notturno con destinazione Valdivia, così partiamo per questo viaggio di 10 ore.

 

Resti della colonizzazione spagnola, Isla Mancera (Cile)

 

4° giorno

Valdivia è segnalata come la perla del Cile, la città con più storia coloniale di tutte, ma nel centro di tutto questo c’è poca traccia. Alcune tracce si troveranno solo alla foce del fiume che raggiungeremo nel pomeriggio, dopo aver pranzato in un ristorante specialità pesce e aver trovato un viaggio per i prossimi tre giorni nei laghi dell’Araucania. Per raggiungere i luoghi dei colonizzatori utilizziamo una barca che parte dal mercato centrale, regolarmente assaltato dai locali leoni marini. Riusciamo a strappare un buon prezzo e in circa 2:30 ore raggiungiamo Isla Mancera. Qui si trova un forte di origine spagnola che controllava l’accesso a Valdivia, incrociato a quelli delle due vicine località di Corral e Niebla. Per entrare al forte si pagano 600p, si trova ancora in buono stato l’antica polveriera che in un secondo tempo fu utilizzata dagli spagnoli per rinchiudere gli ammutinati delle loro navi. Da qui con un traghetto raggiungiamo Corral, dove visitiamo un altro forte, questo con entrata gratuita. Infine con un altro traghetto arriviamo a Niebla, dove però non abbiamo più tempo per visitare il terzo forte. Dobbiamo prendere l’ultimo bus per rientrare a Valdivia in circa 30 minuti. Cena in una hamburgheria alla cilena che sconsiglierei anche al mio peggior nemico. Dormiamo al residencial di una signora che si è presentata alla stazione dei bus per offrire il pernottamento. Questa è cosa comune in Cile, si può andare a vedere senza nessun impegno il posto, poi una piccola trattativa ci sta sempre ma non si può pensare di ottenere prezzi come in altri luoghi del Sud America.

 

continua...

 

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Luca COCCHI

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