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Comincio volutamente il primo dei pezzi relativi ai Parchi degli Stati Uniti Occidentali con il Natural Arches National Park, spesso ricordato solo come Arches NP, perché spesso viene sottovalutato. Non che non ne capisca le ragioni: quando uno comincia a studiare un itinerario da compiere con l'auto a noleggio nell'Ovest del paese, è facile che inizialmente la mente vada a quei luoghi-mito di una generazione cresciuta a pane e cultura americana come il Grand Canyon o la Monument Valley.
Ogni parco americano ha le sue caratteristiche: c'è quello che propone una gigantesca voragine, quello che offre allo sguardo giganteschi monoliti, quello che si dipinge del verde delle foreste di sequoia o dell'ocra del più inospitale dei deserti. Natural Arches (da non confondersi col similare ma meno spettacolare Natural Bridges National Monument che si trova circa 100 km più a sud) offre soprattutto, ma non solo, archi. Insomma, niente di ché, potreste pensare di primo acchitto. Mica vero. Perché gli archi sono veramente tanti, veramente diversi gli uni dagli e altri e sparsi su un territorio che varrebbe la pena visitare anche se non ci fossero gli archi.
Il sottilissimo Landscape Arch - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Perché in questo lembo di terra c'è questa enorme densità di archi, a volte davvero giganteschi? La spiegazione, come sempre accade nei fatti geologici, è lunga e andrebbe spiegata per bene e con l'uso di termini ai più, me per primo, incomprensibili. Molto in breve, nello Utah vi è uno strato salino sotterraneo (residuo di un mare che non c'è più) instabile che a causa della pressione delle masse soprastanti si sposta in maniera diversa da quella delle rocce circostanti, facendo incurvare la roccia arenaria. L'azione del ghiaccio che si infila nelle fenditure e poi si dilata completa l'opera portando, lentamente, al crollo di intere cavità, generando questi incredibili capolavori di Madre Natura.
Il Double Arch: un'opera della natura che potrebbe rivaleggiare con quella degli architetti più fantasiosi. I puntini bianchi in basso sono persone, non formiche - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Molti sono i punti d'interesse di questo parco dislocato a pochi kilometri da Moab anche se va detto che, per le sue dimensioni, non basta fermarsi al view point per goderseli tutti, come di norma basta fare nei super organizzati parchi degli USA. Le aree di parcheggio sono state posizionate nei pressi dei siti di maggiore interesse ma, avendo tempo e voglia di scarpinare, vi sono molti archi o zone interessanti che si possono raggiungere con passeggiate non particolarmente impegnative, anche se alcuni passaggi sono un po' esposti e possono dare qualche problema a chi soffre di vertigini.
I luoghi più interessanti si possono vedere velocemente in una mezza giornata, ma per godersi appieno i posti, magari evitando le ore più calde del giorno se vi capitate in estate, una giornata intera sarebbe meglio. Così magari ne approfittate per godervi il tramonto che, in questo scenario di rocce già rosse di loro, non può che infuocare i paesaggi.
La cosiddetta Park Avenue - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Il simbolo del parco, ormai emblema stesso del naturalismo negli Stati Uniti, è il Delicate Arch, visibile da tre punti diversi. Il più facile da raggiungere prevede di allontanarsi dal parcheggio di poche centinaia di metri e di vederlo da lontano, il più lungo e faticoso (poco meno di 5 km per almeno un paio d'ore di trekking) porta proprio ai suoi piedi. Il sottilissimo e spettacolare Landscape Arch è, grazie ai suoi 91 metri di lunghezza, il più lungo del mondo. Ma è anche molto stretto: in alcuni punti la sua larghezza è di pochi metri e gli sporadici crolli - l'ulimo nel 1991 - hanno reso obbligatorio chiudere ai visitatori l'area sottostante. Presto o tardi è destinato a crollare, sorte che dal 1970 è già toccata a più di 40 archi: andateci prima che sia tardi.
Le Finestre sono due grandi archi simmetricamente disposti uno a fianco dell'altro. A vederle da lontano sembrano due buchi nella roccia o poco di più ma man mano che ci si avvicina si capisce che quei puntini in basso sono persone e non formiche e si comincia a sentircisi insignificanti di fronte alla loro grandiosità. Molto bello anche il Double Arch, costituito da due archi spettacolarmente disposti uno quasi sormontato dall'altro. E poi ancora altri archi, alcuni enormi, altri più piccoli, ognuno con un ambientazione diversa o con qualche particolare che lo distingue dagli altri: sono circa 2000 in tutto il parco, potreste starvi settimane vedendone ogni giorno decine sempre diversi.
Il Navajo Arch, uno dei tanti archi minori di cui è disseminato il parco - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Non ci sono solo archi in questo spettacolare parco. Una delle formazioni rocciose più note è la Balanced Rock, una gigantesca pietra che resta in un equilibrio apparentemente instabile in cima ad un sottile stelo di arenaria. Vi sono poi le cosiddette Tre Sorelle, giganteschi macigni la cui sagoma ricorda tre figure femminili. Forse i più spettacolari di tutti sono quelli che costituiscono la cosiddetta Park Avenue: un maestoso insieme di imponenti e verticali picchi che danno l'impressione di trovarsi in mezzo ai grattacieli di New York.
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto