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3 agosto
Questo viaggio per il Ladakh lo abbiamo deciso due settimane fa, e adesso che stiamo partendo, non siamo ancora del tutto convinti...
Troviamo i nuovi compagni di viaggio all'autogrill di Novara. Veloci trasbordi verso Marcallo Mesero, lasciamo le macchine a Oleggio, poi Malpensa! Ma la partenza è procrastinata per problemi vari sino alle 1:30 del 4 agosto. Siamo in sette, sei più il capogruppo di Gaia Viaggi: due hanno dato forfait all'ultimo momento. Non mi arrischio ancora a fare commenti, ma sembrano tutti molto civili.
Notte lunga da passare: a bordo, in volo, non riesco a prender sonno. Arriviamo finalmente, ma la nostra coincidenza per Srinagar è saltata. Così ci scappa la parentesi New Delhi.
Il tempio Sikh di Gurudwara Bangla Sahib, Nuova Delhi
4 agosto
Ore 14:45. Sul pulmino incomincia la visita della Città Nuova, la vecchia è troppo lontana: si parte dall'India Gate. La guida avverte: “ogni cosa costa”, dobbiamo lasciare una mancia per le foto. Impostazione del tutto inglese, viali, giardini, ville, consolati lussuosi, monumento magniloquenti. Molto viva di turismo locale, ma per i festeggiamenti dell'Indipendenza. Discorso molto lungo da fare sul rapporto degli Indiani con gli Inglesi, ma soprattutto con i Pakistani. Poi si decidono - merito di Gianni - a portarci nella Città Vecchia.
Siamo nei pressi della grande moschea del venerdì Jami Masjid. Un po' le solite stradine affollate di negozietti, incredibili facce di vecchietti, e bei bambini e bambine giovanissime già tutte velate. Negozietti che vendono di tutto: dalle verdure ai tessuti, ai tubi, come un souk ma senza la veste architettonica dei souk. Infine la bella sorpresa: visitiamo il tempio dei Sikh e impariamo tante cose nuove su questa “setta”: non voglio chiamarla religione, forse un po' più di una setta.
Sono molto bravi, coraggiosi, organizzati, ricchi e sanno far fruttare bene la loro ricchezza e generosità. Il tempio è abbastanza moderno, con una quantità impressionante di gente, molto compunti e partecipi. Anche una grande vasca - o lago - che rispecchia le guglie e dà poesia all'insieme. Ottimo l'hotel The Park e la cena. Filiamo a letto per la partenza dell'indomani alle 5, solo col cestino della colazione.
Houseboat sul Lago Dal di Srinagar
5 agosto
Alle 7:00 arriviamo a Srinagar nel Kashmir e visitiamo il Lago Dal con le houseboat dove si doveva alloggiare. Lago molto bello, non per il colore dell'acqua, ma quando si entra nei rami laterali dove c'è la vita vera, sia dei contadini/pescatori sia dei mercatini ormai turistici. Mangiamo uno spuntino nella "nostra" deliziosa houseboat, un po' affettata, soprattutto la camera da letto. Ci aspetta un lungo trasferimento per strade terribili.
Abbiamo tre automobili, i pulmini non hanno sospensioni adatte per il tipo di strada che affronteremo. Gli indiani guidano in un caos indescrivibile, non mi spiego che non avvengano continui incidenti. Vanno anche molto veloci e sfiorano di continuo sia camion che mucche. Le mucche sono anche in città come Srinagar, e mangiano l'erba che cresce nelle aiuole spartitraffico, anche delle strade di grande comunicazione, in piena città.
La camera da letto della nostra houseboat
Ci dirigiamo, in una campagna verdissima con campi di riso, verso le montagne e il passo D'zojila. Strade pazzesche che ogni anno allo sciogliersi delle nevi subiscono frane. Sono sempre interrotte: smette l'asfalto e diventa sterrata. Non ci sono guard-rail e lo strapiombo incombe. La guida a sinistra, retaggio inglese! Traffico terribile di camion decoratissimi. I nostri autisti vanno fin troppo veloci, ci sono dei sorpassi da rabbrividire.
A Sonamarg la nostra guida Yogesh viene informata che nel primo pomeriggio partirà una colonna di camion dalle basi militari e bloccherà la nostra strada. Forziamo i tempi, mangiamo pranzo molto presto (11:00/11:30) per poterci rimettere in moto prima di loro. Le montagne sono altissime, scoscese, abbastanza ricoperte di foreste, ma non ho ben chiaro ancora le quote.
Scavalchiamo la catena himalayama al passo D'zojila a 3529 m, ma non si sente l'altitudine, stiamo tutti bene, beviamo molto e sto tenendo a bada un raffreddore beccato a Malpensa, durante la lunga attesa prima della partenza. Da un lato i monti sembrano le nostre Alpi, stessa struttura direi, aguzzi e quindi “giovani”, ma sono anche diversi. Devo ancora capire. Mi sembrano più spelati, e anche i pascoli sono meno ricchi e fioriti dei nostri, forse per via della quota.
Dall'alto si vede il campo base per il pellegrinaggio, per gli elicotteri, alla grotta di Amarnath. La compagnia si conferma buona, chi più, chi un po' meno interessanti. La nostra guida Yogesh è un personaggio simpatico, ma molto “hindu” e devo ancora capire molte cose. Incredibile e assolutamente inaspettata per noi la rivalità con il Pakistan. Appena sfiorato il soggetto Marò.
Una stupenda vallata del Kashmir
Arriviamo alla valle di un torrente impetuoso che viene dal vicino confine con il Pakistan, e le tensioni esistenti, i sospetti da guerra fredda e non solo, di terroristi infiltrati, fa sì che ci sia uno spiegamento di militari armati e di campi militari incredibile oramai per la nostra Europa. I soldati presenti in Ladakh sono 400.000, di cui 20.000 del Ladakh (in rapporto ai 300.000 abitanti).
Arriviamo a Dras: il secondo paese abitato più freddo del mondo, così c'è scritto sulla guida e sul cartello all'entrata. Varietà di cartelli. Dopo un tè o caffè si riparte per Kargil. Dove ci accoglie un albergo modesto, ma civile e dove ci servono una buona cena. Ci sono tre monache buddiste straniere - sembrano tedesche - nel nostro hotel: tutte con la tunica rossa e rasate, ma mi fanno un effetto di fasullo. Non ci capisco molto. Finisco queste velocissime pagine e nanna! Di giorno non riesco a scrivere per i sobbalzi sulle strade infermali. Domani ci svegliamo solo alle 7:00.
continua...
PIANETA GAIA