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Sudafrica e stati annessi - VII

Diario di viaggio in Sudafrica, Lesotho e Swaziland (eSwatini)

 

segue... 

 

31° giorno

Vento, vento e vento, prepararci la colazione è impossibile, sistemiamo le tende e prendiamo per Paternoster, uscendo dalla riserva paghiamo il biglietto che all’andata non ci avevano chiesto perché ridotto per chi passa qui la notte. In paese, che notiamo in grande espansione ma con costruzioni sempre identiche alle originali tutte bianche, facciamo colazione al Timeless Caffee e pianifichiamo le visite al promontorio. Tagliamo la montagna in direzione di Stompneus Bay con bella vista dal passo, il paese però ha accesso al mare solo all’interno di quartieri privati, così andiamo verso St. Helena Bay, situazione analoga e se serve chiarire solo indicazioni in afrikaans, a quel punto puntiamo a sud passando Saldanha (la cittadina più grande) e Langebaan per entrare nel West Coast NP che corre attorno alla laguna divisa in tre parti distinte. La vista dal Seeberg View Point, dove c’è una piccola costruzione che funge da museo minimale, è spettacolare, la laguna è di tre colori diversi secondo la distanza dal mare, avendo tempo pernottare su di una chiatta nel mezzo della laguna o al termine del promontorio a Kraalbaai è altamente consigliato, noi non possiamo farlo ma visitiamo comunque il parco facendo tappa al Visitor Center per un veloce spuntino al termine del quale lasciamo tutti gli alimenti in più al custode che non termina di ringraziarci. Ultima escursione sempre nel parco all’Atlantic View Point da dove si vede sia la parte interna della laguna sia in lontananza la Table Mountain che sovrasta Cape Town, qui sempre indicata come Kaapstad. Usciamo dal parco dal West Coast Gate per dirigerci lungo al R27 all’aeroporto di Cape Town agli uffici della Britz dove riconsegniamo il pick-up solo dopo aver fatto rifornimento a un distributore attiguo. Le pratiche sono velocissime, sarà che abbiamo le coperture assicurative complete, ma controllano ben poco, poi un addetto ci accompagna in centro città dove scegliamo un backpacker diverso da quello dell’andata, il Blue Mountain sempre in Long Street. Lo stabile è una dei più pregevoli della via, azzurro e bianco, stile liberty, quasi un monumento da questi lidi. Per cena finiamo nel vicino Dubliner che offre a prezzi irrisori un gigantesco filetto di manzo, avendo ordinato anche altre specialità come antipasto facciamo perfino fatica a finire il tutto. A Cape Town continua ad imperversare il vento, non è così forte come a Paternoster ma si fa sentire, passate le feste c’è molta meno gente in giro e la musica termina prima, si può dormire senza attendere mattina. Percorsi 240 km, quasi tutti su asfalto, ma anche lo sterrato in buone condizioni. KM totali 8.490, consumo medio di gasolio 9,8 km/litro, che raffrontato ad un mezzo analogo usato l’anno prima in Namibia ma a benzina è stato un consumo molto parco. 

 

La spiaggia di Paternoster, Sud Africa

 

32° giorno

Ultima sveglia sudafricana del viaggio, approfittando del wi-fi ci mettiamo avanti col check-in on-line poi colazione e a seguire escursione cittadina rigorosamente a piedi, in una mattina che fortunatamente è sì ventosa ma non come il giorno precedente. Prima tappa al celebre quartiere dei malesi del capo, Bo-Kaap, sicuramente la parte più caratteristica di questa splendida città. Questa denominazione arriva dal fatto che nel XVIII gli olandesi importarono schiavi dall’India e dall’Indonesia (in realtà quasi nessuno dalla Malesia, ma forse quel nome fa più esotico), è la parte musulmana della città contraddistinta da basse case coloratissime nell’adiacenza della salita a Signal Hill. Rimangono ancora piccoli tratti di percorsi acciottolati, ma ormai è come cercare il pavé alla Parigi-Roubaix. A parte questo fatto la zona è effettivamente molto caratteristica e non a caso è meta di folte visite soprattutto da appassionati fotografi. Andiamo a zonzo casualmente mentre ci appropinquiamo alla collina del Noon Gun, il cannone che durante la settimana (no domenica) suona il mezzodì (fare attenzione se si è qui a mezzogiorno, il tuono del cannone può causare problemi). Da Bo-Kaap non c’è una strada diretta, occorre tagliare tra le abitazioni e in seguito prendere un sentiero segnato giusto dal passaggio di altri avventori per arrivare alla strada che porta fino in cima dove tutto pare abbandonato. La vista però è molto bella, la città sullo sfondo con le zone più facili da identificare come il V&A Waterfront, Green Point ed il nuovo enorme stadio, in lontananza Robben Island oggi ben visibile. Però una volta giungi fin qui la voglia di salire fino a Signal Hill (350m di altitudine, 45’ a piedi) ci fa cercare un passaggio nella collina, tagliando appena fuori dalla recinzione del Noon Gun arriviamo al sentiero vero e proprio che congiunge la strada per la cima della collina, lassù tra pullman e auto c’è molta più gente ma si capisce il perché, la vista su Cape Town è a 360°, in un’immagine unica si va dal mare a Lion’s Head, passando dalla città per arrivare alla Table Mountain e di nuovo alla città col porto, mentre il dramma denominato Robben Island non ci abbandona mai. Più facile capire da qui come mai la Table Mountain sia stata votata tra le sette nuove meraviglie naturali del mondo. Riscendiamo lungo i percorsi a piedi fatti in precedenza, siamo gli unici ma ci godiamo uno splendido paesaggio più a lungo, per attraversare nuovamente Bo-Kaap nell’attimo in cui tuona il cannone ed arrivare su Long Street dove approfittare di un fish&chips con possibilità di scegliersi il tipo di pesce e il trancio preferito e dedicare il minimo tempo necessario ad acquisti di ricordi del viaggio. Ci sono alcune gallerie con all’interno più negozi, i prodotti son sempre molto simili, con pazienza c’è la possibilità di contrattare, ma dire che d’imperdibile ci sia ben poco non è sbagliato. Rientriamo al backpacker dove riprendiamo gli zaini lasciati in custodia alla mattina, ci sistemiamo godendoci un caffè sulla terrazza sempre frequentata per poi scendere e prendere un taxi dalla stazione proprio all’angolo. Trattiamo il prezzo prima di partire, ci restano 190r e quelli possiamo offrire che poi sarebbe quanto pagato all’andata, un taxista fa qualche storia ma poi accetta. Appena usciti dal centro l’autostrada verso l’aeroporto è trafficata, ma impieghiamo non più di 30’ per raggiungere il Cape Town International Airport (il tassametro segnava 230r), dove grazie al check on-line la fila per imbarcare il bagaglio è velocissima a differenza di quella per il controllo passaporti. C’è la possibilità registrandosi di sfruttare 30’ di wi-fi gratuito, il volo Emirates è puntuale e in breve tempo siamo già decollati su di un aereo provvisto pure di servizio wi-fi, oltre ovviamente a tutto quanto già in dotazione nei precedenti, con in più il comfort kit visto che sarà un volo notturno. Appena in quota viene servita la cena a spizzichi e bocconi date le turbolenze e il pericolo di trovarsi col vassoio dall’altro capo dell’aereo. Riusciamo comunque nell’impresa ed in seguito le luci si abbassano, si riesce a dormire abbastanza tranquillamente, per chi non prende sonno il bar è sempre aperto.   

 

Paesaggio del West Coast National Park, Sud Africa

 

33° giorno

Ci svegliamo per colazione poco prima di atterrare a Dubai, al solito un lunghissimo giro in bus per arrivare ad un velocissimo controllo bagagli a mano e passaporto, questa volta l’attesa non è lunga, meno di 3 ore, tempo di trasferirci al gate e approfittare di una parte dell’ora di wi-fi concessa gratuitamente (se vi siete registrati all’andata vale ancora quella) che siamo già pronti per l’imbarco. Il volo Emirates per Bologna non ha in dotazione il comfort kit, ma ovviamente mi son tenuto quello precedente a dimostrazione del gradimento del servizio, e nemmeno il wi-fi, il resto invece non manca, dai 500 film, ai giochi, alle telecamere per controllare il volo e via così, ci servono il pranzo e a seguire il gelato. Atterriamo in perfetto orario a Bologna, anzi con un po’ di anticipo, tempo che perdiamo però nella lunga fila al controllo passaporti, nonostante questo tempo quando arriviamo al ritiro bagagli occorre nuovamente attendere, ma un’attesa che ci restituisce lo zaino non pesa più di tanto. A Bologna piombo nell’unico fine settimana di gelo invernale, fortuna che i 40° e passa dei giorni precedenti erano stati mitigati da alcune ventose giornate lungo la west coast così da non subire uno shock troppo eccessivo, a quello ci penserà il ritorno al lavoro…

 

La caratteristiche case colorate del quartiere Bo-Kaap, Città del Capo

 

2 note di commento

Il viaggio si è svolto tra metà dicembre e metà gennaio, estate australe, prima della stagione delle piogge. Per entrare è sufficiente il passaporto in corso di validità per 6 mesi senza visto, vengono apposti solo i timbri in entrata ed uscita, servono almeno 2 pagine libere viste le varie entrate/uscite. La moneta in uso è il rand sudafricano (al momento stava precipitando da 14 a 16r per €) utilizzato anche in Swaziland (moneta locale, lilangeni) e in Lesotho (loti), questi due stati battono moneta autonoma parificata al rand, la loro moneta non è però accettata in Sudafrica. Si può quindi pagare in rand ma a volte il resto è in moneta locale che è bene spendere prima di uscire. Gli sportelli ATM sono ovunque, prelevare è l’ultimo dei problemi. I prezzi dei parchi ed anche dei campsite nei parchi sono sempre divisi tra locali ed internazionali, con differenze molto importanti. Il carburante, fonte primaria di spesa, a differenza della Namibia, è sempre pagabile con carta di credito, accettata praticamente ovunque, anche per importi risibile come un caffè. La lingua ufficiale è l’inglese ma la popolazione non la parla mai, i bianchi vanno regolarmente con l’afrikaans (e vedendo dei bianchi, anche se turisti, con quella vi si rivolgono), i neri con l’idioma della loro tribù, in ogni caso tutti la parlano, a meno che non si finisca in angoli dimenticati del paese, vedi lungo le strade sperdute tra le montagne della wild coast o nei villaggi fuori zona del Lesotho. In questi luoghi la connessione telefonica latita, mentre nelle città e nei luoghi turisti non è un problema, per chi vuole rimanere sempre connesso il wi-fi invece è un problema, raramente i campsite ne sono dotati, capita giusto in quelli molto piccoli presso l’abitazione del proprietario. Ristoranti in città invece connessi, ma per un viaggio tipo questo ci è accaduto solo alla partenza e all’arrivo a Cape Town. Le indicazioni stradali sono spesso in due lingue, inglese e afrikaans, quando si esce dai percorsi più battuti più facile trovare solo l’afrikaans, esempio Cape Town diventa Kaapstad. Per girare lungo strade, sentieri e a volte il nulla ci siamo avvalsi di varie mappe tra cui quelle della InfoMap e della MapStudio comprate sul posto verificandole di persona, di un semplicissimo navigatore satellitare open source Be-On-Road (non necessita di collegamento dati, aggiornabile gratuitamente in rete, utilizzabile su smartphone o tablet), ma soprattutto delle dettagliate mappe che ogni parco mette a disposizione, dove sono riportati gli avvistamenti più probabili di ogni tipo di animali, in vendita solitamente nel parco stesso. Per viaggiare avevamo noleggiato con anticipo di oltre un mese un pick-up furgonato doble cab 4x4 fornito di equipaggiamento completo per camping in pratici cassettoni scorrevoli, con 2 tende sul tetto, tramite Britz, dotato inoltre di 2 serbatoi per un’autonomia di 150 litri oltre a un serbatoio per l’acqua (non potabile) da 40 litri con rubinetto sul retro, volendo lucchettabile, soluzione molto pratica. Il 4x4 (meglio ancora una grande luce a terra) è obbligatorio in alcuni parchi (non nel Kruger), altrimenti non si possono visitare in autonomia. Percorsi 8.490 km, a parte qualche foratura, senza il minimo inconveniente, nemmeno la necessità di un rabbocco che non sia stato di gasolio. Il pick-up, a differenza del camper, permette di affrontare qualsiasi escursione senza doversi affidare a guide (costose, non sempre disponibili), occorre appoggiarsi ai campeggi, ma pensare di fare campeggio libero non è una grande idea.

 

 

Sudafrica e stati annessi - I

Sudafrica e stati annessi - II

Sudafrica e stati annessi - III

Sudafrica e stati annessi - IV

Sudafrica e stati annessi - V

Sudafrica e stati annessi - VI

 

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Luca COCCHI

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