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21° giorno
Giorno per organizzareci sul da fare. Arrivare all’isola di Navarino è arduo, costoso e casuale. Ci sono gommoni che attravesano il canale di Beagle, ma solo tre volte alla settimana e solo se hanno 10 persone. In ogni caso, il passaggio di sola andata costa 100$ a testa. Il problema è che se non trova 10 persone che vadano non vengono a prenderti. Qui tra argentini e cileni c’è un odio incredibile, sembra quasi che gli argentini facciano di tutto per non farti andare sull’altro versante, ma è anche comprensibile, con la storia della città alla fine del mondo Ushuaia si è creata un boom turistico incredibile, se Puerto Williams si inserisse la cosa potrebbe cambiare. Navarino fino al 1999 era riserva militare, è visitabile da poco, ma se veramente volete andare vi conviene organizzarvi con una nave da Punta Arenas. In un giorno e mezzo arriverete e sarete sicuri sugli spostamenti. Già, perché l’altro problema di qui è trovare un bus per rientrare a Rio Gallego. Dopo ore di attesa, troviamo una prenotazione col bus della Tecno Austral, intanto prendiamo un colectivo dal porto e andiamo alla base del ghiacciaio Martial. Poi seggiovia e infine si può iniziare a salire per avere una splendida visione di Ushuaia e del canale di Beagle e poi andare alla base del ghiacciaio. Non si tratta di nulla di incredibile, ma è pur semrpe un ghaicciaio a mare sopra ad una grande città. L’ultima parte dell’ascesa è in mezzo a una morena poco stabile ed è facile cadere se non si presta attenzione. Al ritorno ci rifociliamo presso un tenerdor libre economico con carne di scarsissima qualità.
Ushuaia, Fin del Mundo, Argentina
22° giorno
Con un colectivo sempre dal porto andiamo al Parco Nazionale Tierra del Fuego. Ci facciamo scaricare all’inizio e facciamo a piedi i 7 km lungo il fiordo che costeggia il parco. Arriviamo a visitare l’isoletta centrale poi presso il centro visitatori un altro colectivo ci riprende e porta in centro città. Da qui partiamo per la navigazione sul canale di Beagle. Il tempo volge al bello e i colori sono splendidi, da qui in mezzo si capisce perfettamente il fascino di Ushuaia e della sua aria di fine del mondo. Le isole che si incontrano sono piene di leoni marini di dimensioni enormi e di colonie infinite di cormorani australi. Girato in lungo e in largo il canale, possiamo finalmente scendere sull’isola più alta del canale, dove godiamo di una vista mozzafiato. Nel rientro, alcuni personaggi locali ci fanno provare il mate, l’infuso di hierba mate senza la quale nessun argentino si riesce a spostare. Il sapore è buono e questo ci porterà all’acquisto di svariati portabevande e di hierba mate. Cchissà come mai, ma a casa il sapore pare completamente differente ed ovviamente peggiore!. Ultima cena fuegina presso un ottimo ristorante.
Isole nel canale di Beagle, Argentina
23° giorno
Il bus parte alle 5:30, in tempo per regalarci il fuoco sul Beagle. L’alba è di colori infuocati, uno spettacolo che giustifica l’alzataccia. Risalendo verso Rio Grande il cielo si copre di nuvole, e la pioggia diventa la padrona della giornata. Si cambia a Rio Grande e raggiungiamo Rio Gallego con Taqsa. Le soste per le frontiere (quattro passaggi) e per il traghetto sullo stretto di Magellano ci fan perdere numerose ore. Siamo a Rio Gallego verso le 19:00, troviamo un passaggio per El Calafate sempre con Taqsa la sera stessa. Visto che arriveremo molto tardi, prenotiamo un hostal a El Calafate telefonicamente. Ci dicono che all’una, ora prevista di arrivo ci verranno a prendere. In realtà non sarà così, ma alla stazione dei bus è pieno di gente pronta a offrire ai viaggiatori una sistemazione. Il personaggio di un hostal ci convince e ci paga anche il taxi per arrivarci. Il posto ha camerate da 4-6 o 8 posti, a noi tocca una camera da 6 tutta per noi.
Navigando sul Lago Argentina, verso il Glacier Perito Moreno, Argentina
24° giorno
Decidiamo di svegliarci presto per organizzare subito l’escursione al Parco Nazionale Los Glaciales (lato sud) dove si trova il Ghiacciao più famoso, il Perito Moreno. La nostra idea è quella di andare a girarci sopra con un tour provvisto di ramponi e guida. L’unica struttura che organizza questa escursione è la Hielo y Aventura, riusciamo a partire la mattina stessa per la visita al fronte del ghiacciaio mentre nel pomeriggio verremo portati con barca sul lato accessibile e poi staremo circa 1:45 sul ghiacciaio. Dire che lo spettacolo sia impressionante è banale ma va detto. Certo, lo spropositato numero di persone che vi si trova non fa godere appieno della vista, o meglio degli innumerevoli rumori che il ghiacciaio fa. Ma la sua imperiosa presenza affascina. Gli squarci di azzurro intenso che emergono tra i ghiacci sono di una bellezza che lascia senza parole e vedere cadere i pezzi di ghiaccio che si staccano dalle guglie alte fino a 70 metri è splendido. Nel primo pomeriggio facciamo un giro col battello che ci porterà all’attracco dove iniziare l’ascensione. Il fronte del ghiacciaio è tutto azzurro, una cosa clamorosa. Poi, dopo ripetute istruzioni sui comportamenti da tenere e sull’uso dei ramponi, iniziamo il viaggio sul ghiaccio. Quello che da lontano sembrava un susseguirisi di guglie, lascia invece spazio a sentieri spesso costeggiati da rigagnoli d’acqua e da crepacci di un blu super. Siamo in una ventina, quindi gli spostamenti sono molto rallentati, le guide devono sempre testare il percorso prima di farci passare. Al termine whyskie con hielo para todos, hielo del più vecchio che la terra abbia mai visto. Rientriamo con la testa ancora tra le nuvole, e ci condediamo il piacere della carne argentina presso un ristorante e poi rientriamo di nuovo al nostro hostal.
continua...
BLOGGER
Luca