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L'Etiopia è un paese che offre molte bellezze: incredibili monasteri scolpiti nella roccia, di cui quello di Lalibela è l'esempio più famoso e spettacolare; vestigia delle culture axumite che la rendono il paese africano con più siti archeologici dopo il solo Egitto; gli incredibili paesaggi della Dancalia con il vulcano Erta Ale e Dallol; e un insieme di popolazioni tra le più interessanti dell'intero globo. Concentriamoci su quest'ultime.
Una ragazza Mursi con un vistoso copricapo - Copyright Pianeta Gaia
Le etnie del paese sono circa 80 (anche di più se conteggiamo le minoranze tipiche di altre zone recentemente spostatesi in piccoli numeri a queste latitudini) e le più numerose sono gli Oromo, gli Amara, i Somali e i Tigrini, che costituiscono circa il 75% della popolazione del paese che, con oltre 100 milioni di abitanti, è il secondo più popoloso di tutta l'Africa, dopo la Nigeria. Come succede praticamente sempre, anche in Etiopia i popoli più numerosi sono quelli dominanti e, immancabilmente, quelli ormai più adeguatisi allo stile di vita di stampo occidentale.
Giovani Suri mentre si decorano il corpo - Copyright Pianeta Gaia
La regione più interessante da un punto di vista etnografico è indubbiamente la cosiddetta Valle del fiume Omo, da molti definita un museo a cielo aperto per la quantità e particolarità di popolazioni che ancora seguono lo stile di vita tradizionale, quasi sempre legato alla pastorizia e non, con le dovute eccezioni, all'agricoltura, data la tendenza ad annate siccitose di quest'area. Il gruppo etnico che viene immancabilmente ricordato per primo è quello dei Surma, a sua volta suddiviso in Mursi, Suri e Me'en, quest'ultimi distinti tra Bodi e Tishena. I Mursi, che abitano sulla riva orientale del fiume, sono i più conosciuti, vere e proprie “star” del firmamento etnico della Valle dell'Omo: portano vistosi piattelli labiali, dipingono il corpo e sfoggiano complicati copricapi, una spettacolarizzazione che risente del flusso turistico in aumento.
Una fase di un "donga" - Copyright Pianeta Gaia
Più autentici, ma dislocati sulla meno visitata riva occidentale, sono i Suri, anche loro con grandi piattelli labiali e l'abitudine, meno frequente, di dipingere il proprio corpo. Si distinguono anche per praticare il Donga (o Saginay), una violenta lotta a colpi di bastone. I meno noti sono i Me'en, di cui i Tishena sono dediti all'agricoltura e i Bodi alla pastorizia. Meno spettacolari di Mursi e Suri (non portano piattelli labiali), sono esclusi dalle rotte del turismo. I Bodi ogni anno, a giugno, tengono il “kael”, una competizione che non ha eguali nel continente: alcuni giovani maschi si sottopongono a una gara all'ingrasso della durata di sei mesi. Il vincitore ottiene fama e, probabilmente, l'interesse dei migliori partiti della sua gente.
continua...
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto