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Deserti d'Oman - I

Il nostro Luca ci racconta questo stupendo pezzo di Medio Oriente

1° giorno 

Da Bologna raggiungo Milano prima dell’alba con l’unico treno possibile, un Intercity Notte, dalla stazione con lo shuttle di TerraVision (10€ andata, 16a/r) in 1h giungo a Malpensa dove c’è il volo Emirates per Dubai. Non mi era stato concesso di fare il check-in on-line il giorno precedente, meglio così poiché la fila di chi non l’aveva fatto è brevissima, quella di chi lo aveva effettuato lunga per la sola consegna bagagli. Controlli celeri data anche la poca gente, imbarco altrettanto veloce e con un Boeing 777 si vola a Dubai, serviti prima di un pranzo vero e proprio e a seguire di uno snack. Manca il comfort kit, per il resto l’aereo ha le più moderne dotazioni di bordo. Atterrati in perfetto orario, si evita la scomoda trafila del pullman che riporta in aeroporto, direttamente al finger, buona novità, poi controlli di nuovo veloci. In aeroporto funziona il servizio wi-fi con registrazione, ma avendo avuto due anni fa un passaggio qui con accesso alla lounge business mi aggancia ancora automaticamente quella rete e tutto funziona al meglio anche se non c’è tantissimo tempo a disposizione, occorre un lungo spostamento per raggiungere il gate del volo Emirates per Muscat. L’aeroporto di Dubai rimane di vecchia concezione, un unico spazio lungo e infinito che comporta lunghi spostamenti interni. Il volo, ancora con Boeing 777, è in larga parte vuoto, impieghiamo più tempo negli spostamenti dentro gli aeroporti che in volo, c’è comunque tempo per un veloce spuntino. All’aeroporto di Muscat le pratiche doganali per il passaporto sono veloci, mentre i bagagli a campione sono aperti e controllati a mano, non proprio dettagliatamente. Ad attenderci un pulmino per portarci all'hotel, circa 31 km, di notte percorsi in circa 20’ su strade deserte.

 

Tramonto alla Corniche di Mutrah, Muscat

 

2° giorno

Poco più di tre ore di sonno poi è già tempo di colazione, per poi dirigerci subito coi mezzi che ci faranno da “casa” per due settimane alla Grande Moschea (oltre 20 km dall’hotel, Muscat si espande lungo la costa, lunga e stretta) situata prospiciente al Wadi Al Udahiba. Di recente costruzione, voluta dal sultano Qaboos per i suoi 30 anni di regno (il sultano è morto pochi giorni dopo la mia visita, 40 anni di regno, era il più longevo del mondo arabo) è aperta a tutti, solo vanno rispettate le regole sull’abbigliamento (niente pantaloni corti o spalle scoperte, ma non c’è bisogno di velo) ed è indubbiamente una visita che merita sia per l’aspetto architettonico sia per la magnificenza della sala grande di preghiera e del suo enorme tappeto. Nonostante i tanti visitatori gli spazi ampi permettono visite tranquille, con finale nella parte degli shop dove caffè al cardamomo, tè e datteri sono offerti a chiunque. Da qui riprendiamo la via per il vicino Lulu Hypermarket Boucher dove cambiare soldi e fare spesa per i prossimi giorni tra deserti, spiagge e luoghi nascosti. Sosta cibo e relax a Qurum Beach, la spiaggia cittadina con bella vista sull’isola Al Fahal. Pranzo ovviamente al sacco come molti avventori locali, c’è tempo per una passeggiata dove oltrepassare sempre lungo la spiaggia la foce del fiume Al Wutayyah. Riprendiamo i mezzi con destinazione Old Muscat passando per la Corniche di Matrah dove oltre al forte ed alle torri di avvistamento portoghesi fa ora bella mostra di sé una gigantesca incensiera bianca all’interno del Riyam Park. La città vecchia, propaggine a sud-est di Muscat, è la meno turistica poiché vi si trova il palazzo del sultano, anche se da anni non risiede qui ma fuori città. Incastonato tra la Colonnade e le colline che difendono l’accesso al piccolo porto, sfoggia colori forti ma nemmeno troppo kitsch, aggirando la costruzione si arriva ai luoghi storici più preziosi della capitale, l’Al Mirami Fort e l’Al Jalali Fort, strategiche protezioni di un luogo già di suo protetto dall’isola Jazirat Masqat. Dopo le 17 prende vita il celebre suq di Mutrah che si affaccia sulla Corniche. Ci buttiamo un occhio ma senza pensare ad acquisti, dovremmo portarceli al seguito per tutto il viaggio, giusto il tempo per ammirare il tramonto che qui diviene magico con le onde che s’infrangono sulla murata e che inondano i passanti poco avvezzi nel calcolo delle maree. A quest’ora ovviamente la Corniche è invasa di gente, turisti (tanti) ma anche locali che si godono la vista, la temperatura e magari un anticipo di cena. Per questa optiamo su consiglio di Alì per un ristorante turco, non vicino, ma il traffico di Muscat, per lui tragico per noi scorrevolissimo, ci permette di sopraggiungere in tempi brevi. Il ristorante offre una cena mista carne-pesce di altissimo livello, lasciamo fare ad Alì sulla proposta, per lui per poche persone, per noi perfino troppo abbondante, mancano ovviamente le bevande alcoliche, il caffè può essere servito anche alla maniera turca, opzione che scelgo. Il costo esatto della cena non lo conosco, i pochi soldi che paghiamo sono fortemente mitigati da Alì, il quale mi dice che se avrò intenzione di tornarci meglio contattare lui se non voglio spendere ben più del doppio. Rientriamo in hotel per una doccia calda e per una nottata in un letto, situazione che a breve sarà difficile da ripetere. Percorsi 105 km, le dimensioni della città sono considerevoli.

 

Nel suq di Mutrah, Uscat

 

3° giorno

Colazione a buffet e poi sistemazione bagagli, vettovaglie e cibi vari nei mezzi, da supporto fa una Toyota Tundra con doppia cabina e pick-up posteriore, capace di contenere il mondo e anche di più. Seguiamo la Statale 17 che prima taglia per il centro poi segue la costa, strada larga in ottime condizioni ma attenzione ai velox, sono numerosissimi. Prima meta presso Haawyat Najm Park, sorta di grande cenote dove si può scendere per fare il bagno in un’acqua verdissima. Sarebbero vietati i tuffi dall’alto, ma coraggiosi risalgono e si buttano. Temperatura che sale, qui dove il deserto lambisce le montagne. Poi continuiamo per uno dei wadi più celebri, il Wadi Shab, a circa 30 km. Lasciate le jeep in parcheggi improvvisati, quello dedicato al momento è tutto esaurito, occorre salire su di un piccolo traghetto per oltrepassare il wadi, da lì si segue un sentiero sui bordi del wadi per circa 40’ e si arriva nel mezzo di questa profonda gola in un posto da cui si può proseguire solo scendendo in acqua, in alcune parti nuotando, in altre camminando per entrare in una suggestiva grotta. Attrattiva di facile accesso, pullula di gente, in teoria i sentieri che proseguono sarebbero chiusi, in realtà si può procedere, il cammino che sale sulla sinistra porta a una roccia che permette una bella vista, ma è meglio prendere il sentiero a destra lungo il quale si accede alle varie parti del canyon. A parte alcuni locali con asini e capre, non incontro nessuno, arrivo oltre alle varie pozze sottostanti per uno scenario che merita una visita, sentiero non pericoloso e, anche se limitatamente, segnalato. Su fin dove si voglia seguire il wadi dipende dal tempo a disposizione. Rientrato sulla strada principale, giusto il tempo per fare una passeggiata sulle prospicienti vecchie costruzioni di Tiwi, tra cui una torre di avvistamento al momento non visitabile, in parte in rovina e alcune antiche case di tipica architettura yemenita. Circa 50 km ci distanziano da Sur che raggiungiamo e attraversiamo per spingerci nell’angolo più a est dell’Oman, presso Ras Al Had dove campeggiamo sulla spiaggia da Fayal, un pescatore locale che sta pian piano organizzando escursioni in mare o alle tartarughe e che pensa di costruire una guest house, come stanno sorgendo qui ai bordi del villaggio. Per fermarci a dormire nella sua area e per la cena a base di pesce spendiamo 5r a testa, in realtà qui non c’è nulla occorre essere autonomi in tutto, quindi predisponiamo campo e tende, servizi igienici inesistenti e mancando le dune si approfitta del riparo di una vecchia rimessa o di una barca spiaggiata. Terminata la cena, c’è vento, ci spostiamo alla ricerca delle ultime tartarughe che depositano le uova sulla spiaggia, il luogo è appena fuori dal parco Ras al Jinz Turtle Reserve, quindi possiamo muoverci in libertà. Il periodo per ammirare questo fenomeno di deposito uova, dischiusura e corsa verso l’oceano è l’estate, già da ottobre le tartarughe scemano, ma siamo fortunati, alcune sono ancora qui e guidati da Fayal ne scorgiamo, attraversando in lungo e largo la spiaggia spiaccicati sul cassone del suo pick-up. Facciamo pure tardi per essere una nottata da campo, giusto per l’evento tartarughe. Percorsi 282 km, a parte i 2 finali per raggiungere il nostro luogo in spiaggia, tutti su ottime strade asfaltate.

 

continua...

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Luca COCCHI

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