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Torniamo a parlare di case tradizionali, un argomento che mi è caro e che non di rado rivela interessanti risvolti delle culture che visitiamo.
Delle tante abitazioni tradizionali che si trovano nella Cina delle minoranze etniche cito i Dong perché unanimemente riconosciuti come i migliori falegnami della Cina. Anche se le opere architettoniche più interessati sono le Torri del Tamburo (nati come centri per combattere gli incendi) e i Ponti del Vento e della Pioggia (luogo insieme sociale e d'utilità pubblica) il cui nome rivela il clima delle terre che abitano, le case non sono da meno, costruite come sono con profumate essenze e interamente costruite senza l'utilizzo di chiodi, semplicemente con un magistrale utilizzo delle tradizionale tecniche costruttive che prevedono legni ad incastro.
Costruzione di una casa Dong - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Villaggio Dong con le abitazioni di legno che fiancheggiano un fiumiciattolo - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Molto belle sono le case tradizionali uzbeke, in particolare quelle possedute dai ricchi commercianti che sfruttavano i commerci che si svolgevano lungo la Via della Seta, che in questa terra aveva uno dei suoi tratti più importanti. Le abitazioni più signorili erano dotate di un cortile interno, spesso con alberi come il gelso per dare refrigerio durante le torride estati e di un aivan, il portico finemente decorato e contrassegnato da colonne di legno che dà sul cortile interno, quasi un'ulteriore stanza. Ma soprattutto, all'interno, di deliziose nicchie che costellano le mura interne combinando utilità ed estetica.
Un caratteristico aivan di un'abitazione signorile uzbeka - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
Camera da letto di casa uzbeka con numerose nicchie e decorazioni - Archivio Fotografico Pianeta Gaia
I Mousgoum, una popolazione che vive tra il Ciad e il nord del Camerun, costruiscono i tolek, piccoli ma spettacolari villaggi dalle abitazione coniche costruite con fango e vegetazione locale. Decisamente robuste anche se costruite senza fondamenta, hanno mura più spesse alla base e più sottili in alto, dove c'è l'apertura per la luce e per far uscire il fumo. Le mure vengono decorate con motivi geometrici in rilievo che non halno unicamente uno scopo estetico ma anche quello di drenare le acque piovane.
Un tolek, piccolo villaggio dei Mousgoum
Sempre meno utilizzate ma comunque ancora presenti sul territorio sono le capanne dei Basotho, un'etnia di ceppo bantu che vive in Sud Africa. Ultimamente sta prendendo piede la consuetudine di costruire basse abitazioni in muratura dipinte con colori vivaci, non molto dissimili da quelle che abbiamo visto essere utilizzate dagli Ndebele, anche perché più adatte al clima invernale non proprio mite delle terre più alte. Tradizionalmente i Basotho abitavano delle capanne dotate di uno spesso tetto di erbe che poteva svolgere le sue funzioni anche per 20/30 anni.
Una capanna tradizionale Basotho, dallo spesso tetto di erbe
Autentico gioiello di architettura, non a caso patrimonio dell'umanità secondo l'UNESCO, è la stupenda Sana'a, capitale dello Yemen. Situata in una valle a 2200 metri sul livello del mare, la città è caratterizzata da un'altissima densità di abitazioni tradizionali costruite in terra battuta e mattoni di argilla, questi ultimi utilizzati in particolar modo per i torreggianti edifici a più piani, dalle mure color ocra decorate con gesso bianco. Abitata da più di 2500 anni, rappresenta un incredibilmente ben conservato esempio di architettura tipica degli inizi dell'Islam.
Veduta d'insieme della meravigliosa Sana'a
Dettaglio della facciata di un'abitazione a più piani di Sana'a
ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi
Roberto