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Zimbabwe mozzafiato

Il racconto dei nostri viaggiatori Bartolomeo e Luisella

 

Dopo una breve sosta di anticipo ferie, siamo finalmente pronti per il grande viaggio. Quest’anno abbiamo deciso, con altri fortunati o sfortunati, di recarci nello Zimbabwe per dei safari fotografici.  Armati di tutto punto ci prepariamo alla partenza trovando un valido alleato nel Sig. Mario con l’autostop fino all’aereoporto di Caselle. Imbarcati nel primo pomeriggio per Francoforrte, nel tardo pomeriggio saliamo sul piccolo pulmann con le ali (due piani di morbidezza) da 500 posti in direzione Johannesburg per poi finire al pomeriggio ad Harare, la capitale dello Zimbabwe, per un primo stop notturno in hotel. All’arrivo in aereoporto ci accoglie un collaboratore locale, Rocky, che ci seguirà per tutto il viaggio nello Zimbabwe.  I primi inconvenienti ci assalgono: manca l’acqua, fa freddo, porte delle camere che non si chiudono, ma ci stiamo appena appena preparando ai disagi che seguiranno. Uno spuntino (non per mangiare ma solo per vedere) alla Città Vecchia di Harare con il nostro accompagnatore locale Rocky mette a nudo la povertà del paese ed a rischio la nostra incolumità. Rientro in hotel, ottima cena, ottimo vino e poi tutti a nanna.  Al mattino primo trasferimento all’Inn Rupurara, ottimo lodge, vista stupenda sull'omonima maledetta cima di 6000 mt che abbiamo dovuto poi scalare il giorno dopo.  Primo safari in auto, primi avvistamenti di animali quali zebre, giraffe, impala, antilopi e primo tramonto alle pendici del maledetto Rupurara nel freddo più intenso attorno al fuoco, primo rientro al lodge coperti di coperte nel vero senso della parola (non Gianni). L’ottima cena ed a seguire l’accorpamento dei commensali nel salotto attorno al caminetto per le immagini verbali della giornata.

 

Il risveglio mattutino alle 6:00 dei gentili camerieri che ci offrono pure il caffè in camera, apprezzatissimo dalla sig.ra Laura, senza luce, riscaldamento, al freddo ed al gelo, non dimentichiamo che siamo in inverno con temperature glaciali che ci riportano alla realtà quotidiana. D’ora in avanti su questi  toni per quasi tutto il viaggio. I primi dubbi di una vacanza apprezzata ci assalgono, si insinuano nei nostri più limpidi pensieri colorandoli di grigio, grigio scuro, nero. I maestosi paesaggi, gli avvistamenti, la dolcezza e l’espressione di questi  personaggi  che ci accompagnano nel nostro viaggio mitigano il colore dei nostri foschi pensieri e ci fanno vedere tutto più rosa. Ragazzi questa è l’Africa, ci avverte Gianni! Quasi non ce ne fossimo accorti!  Il mattino successivo, ri-sveglia alle 6:00 al freddo ed al gelo, colazione  e partenza per il nuovo sito. Nel tragitto verifichiamo la situazione economica del paese con le immagini che ci vengono proposte dalla realtà quotidiana della strada:  venditori di prodotti artigianali che ci accolgono con sorrisi stupefacenti e con un'umiltà che ci stravolge, visita di terme abbandonate un tempo sicuramente il fior  fiore della attività turistica locale,  attraversamento di ponti  in netto contrasto con l’ambiente, baobab immensi, visita alla chiesa italiana in ricordo dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Flash che ci invogliano sempre più ad accettare le asperità del viaggio.  L’arrivo al lodge dove pernotteremo una sola notte ci riserva amare sorprese quali fraintendimenti di orario di arrivo = pranzo con panini, freddo polare con ghiaccioli che pendono dal tetto in paglia, piscina esterna gelata con corsa sui pattini di pinguini azzurri, gechi sparsi sui muri delle camere, topini bianchi che girano indisturbati tra le poltrone in attesa che i gentili ospiti stravaccati sulle poltrone cessino di blaterare e consentano di consumare uno snack a base di mais soffiato in santa  pace: grazie al creatore soggiorniano una sola notte e l’incubo può presto finire, bye bye. Ci consoliamo con l’ottima cena che ha fatto dimenticare  il brutto esordio del pranzo. Questa sistemazione è stata forse la più incompresa di tutto il viaggio anche perché siamo arrivati con un tempo molto grigio, umido, senza sole che non ci ha permesso di apprezzare le doti del lodge, se mai ci fossero state.

 

Al mattino alle ore 6:30 sveglia, fosse una novità, per la nuova destinazione dove - oh cazzo! - manca l’acqua ma in compenso fa molto freddo e le stanze non hanno riscaldamento così si evita di lavarsi con il ghiaccio. Il pomeriggio alla tomba di Cecil Rhodes con il suo straordinario e magico ambiente, non ci sono parole per descriverlo, ci fanno di nuovo dimenticare le asperità qui riscontrate; mi sa che quel bravo ragazzo di Print Gianni, e sono molto benevolo nei suoi confronti,  aveva già, forte della sua esperienza, previsto tutte queste asperità  e aveva pure previsto che le avremmo dimenticate in fretta di fronte  alle altre bellezze che la natura ci offriva a 360°: è proprio un gran f… bravo ragazzo questo Print Gianni!  Il secondo giorno è ricco di incontri ravvicinati di primo livello: si parte dalla conoscenza di disegni e scritture rupestri, incontro al villaggio con i suoi dignitosissimi abitanti, pranzo al sacco e poi via per il safari a piedi dove incontriamo il rinoceronte bianco che si mette in posa per allietarci di una fotografia, ippopotami al bagno, giraffe, babbuini, aquile e tanti, tanti paesaggi straordinari. In questa giornata il nostro accompagnatore con fucile, stile Indiana Jones, ci fa conoscere e apprezzare le meraviglie nascoste della natura che troviamo proprio nella cacca dei rinoceronti: ohibò, quante notizie si possono raccogliere nel palmo di una mano piena di merda! È stata comunque un’esperienza unica al di là dei falsi ironici preamboli sopradescritti: la nostra guida è stata stupenda, ci ha fatto sentire in sicurezza in un modo straordinario pur noi  sapendo che il pericolo era reale e costante, ci ha fatto capire in quali difficoltà ci si immerge nei viaggi naturalistici e ci ha fatto vedere meraviglie di  flora e fauna che solo con lui abbiamo veramente apprezzato. Grande. Alla sera manca la luce, il freddo ci assale e dopo cena una breve sosta al bivacco di fuoco e tutti a nanna per la partenza mattutina precoce per la nuova destinazione.

 

Il paesaggio che circonda la tomba di Rhodes, Matobo N.P.

Il paesaggio che circonda la tomba di Rhodes, Matobo N.P.

 

Arrivo al lodge, paesaggio da favola con le case (?) in mezzo alla savana tipo palafitte per permettere il passaggio di elefanti ed altro sotto il giaciglio e… non ci sono finestre, solo il bagno è leggermente chiuso da pareti in legno, il resto della camera è avvolto da tendaggi! Dimenticavo una bella zanzariera ricopre il letto così gli insetti feroci, siamo in Africa non dimentichiamolo, non ci disturberanno durante il sonno che sarà molto lungo, non permettendoci nemmeno la pisciatina notturna talmente il freddo, 2 gradi, imcombe. Il letto è confortevole e la vista sul parco mozzafiato, si mangia all’aperto attorno al fuoco e con i pigiami indossati sotto gli abiti pesanti, si corre sulle jeep incontro ad elefanti e profughi, si scappa dai coccodrilli e si fotografano tramonti indimenticabili. Ragazzi, questa è l’Africa. Fa freddo? Ci copriamo. Mancano le finestre? Ci nascondiamo nelle coperte del letto. Manca la luce? Usiamo le candele. Manca  l’acqua? Ci viene portata tiepida al mattino per i nostri bisogni più urgenti. Sopravviveremo! Partenza al mattino con i saluti sinceri degli splendidi gestori del lodge che hanno alleviato i nostri disagi con un’umanità disarmate in senso buono tanto da farci dimenticare - nuovamente - gli imprevisti. Ragazzi, questa è l’Africa continua a ripeterci il nostro Print Gianni, prima o poi l’ammazzo! Magari dopo che mi ha portato a casa!

 

Cascate Vittoria, finalmente! Anche se con una punta di dispiacere siamo arrivati nel mondo civile, così si suol dire, lodge di lusso, pulizia, negozi e poi caldo, tanto caldo quasi quasi… Acqua, tanta acqua nella doccia e nelle cascate. Purtroppo cena da dimenticare e riposino dolce in camere confortevoli.  Alzata mattutina prestissimo e veloce per gita con elefanti, colazione abbondante e foto con ghepardo. Rientro in hotel  e ri-colazione.  Viaggio a piedi in Zambia, gita in barca, rientro e cena da Mamma Africa, negli appunti avevo scritto schifo, limitiamoci a un leggermente disgustosa. Al mattino dell’ultima tappa dopo la puntata in elicottero sulle cascate,  visto che Rocky ci aveva abbandonato si parte con altro mezzo per il Chobe in Botswana. Come gli appestati ci siamo lavate le scarpe nel disinfettante offertoci alla frontiera – meno male che avevamo un solo paia di scarpe a testa altrimenti avremmo dovuto aprire le valigie e disinfettare quelle eventuali esistenti. Arrivo in un lodge stupendo, accoglienza degna  e camere altrettanto. Per due giorni safari in jeep e in barca,  animali, animali e poi ancora animali e uccelli e qualche dolce visione spagnola. Foto a non finire e Mario, quello che lo aveva più grosso (il teleobiettivo), ha fotografato di tutto e di più con il cavalletto. Pranzi e cene lussuose, balletti e partenza per la casa natia. Qualche libertà di espressione e qualche (qualche?) coloritura degli avvenimenti me la sono presa per significare in modo più marcato le situazioni in cui ci siamo trovati. Non tutti possono essere d’accordo con me, anzi, forse nessuno ma questa é la mia versione ed in questo paese, grazie al cielo e a Berlusconi, ognuno è libero di esprimersi come vuole. La compagnia è stata per tutti i versi superiore a quanto mi aspettavo e il viaggio in sé stesso indimenticabile.

 

Print Gianni sei stato superbo, grazie.

 

PIANETA GAIA

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