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DESTINAZIONE: Siria con mete Aleppo ed escursioni a San Simeone ed Ebla; Palmira con sosta durante lo spostamento ad Apamea; Damasco con visita nello spostamento da Palmira al Krak de Chevaliers e ai villaggi di Maalula e Sednaya. Da Damasco poi escursione a Shahba, Suwayda e Bosra. Strutture di tipo superior scelte dall’agenzia tramite il tour operator ad Aleppo, Palmira, Damasco.
DATA DEL VIAGGIO: Dal 13 al 20 marzo 2010
AUTORE: Lia
COME E PERCHÈ LA SCELTA
Inizialmente si doveva andare in Libia ma a causa dei capricci di Gheddafi che decise nel 2010 di non accettare più cittadini dell’UE, l’agenzia propose mete alternative: la più gettonata dagli iscritti alla Libia, compresa la sottoscritta, è stata la Siria di cui avevo sentito dire meraviglie da altri viaggiatori oltre che dall’agenzia. L’agenzia ha fornito una breve guida del viaggio e accessori adeguati (zainetto, borsa). Importante la presenza dell’accompagnatore dell’agenzia (Gianni) che ha guidato in modo efficiente con professionalità, grande cordialità, tanta pazienza e la giusta dose di ironia (per me indispensabile al pari del cibo) il gruppo che ad Aleppo si è formato poi con noi torinesi e con altre persone di varia provenienza regionale per un totale di 15 persone. Anche i non torinesi hanno informalmente riconosciuto a Gianni il ruolo di capo-gruppo, considerata la sua esperienza.
IL PRIMO IMPATTO
Aleppo, la prima meta, a prima vista una città grigia, di notte cambia aspetto e la Cittadella è fantastica. Palmira è imperdibile di giorno e di notte, Damasco è una grande città del Medio Oriente dove povertà e ricchezza, confusione e cortesia, bidonville e splendidi monumenti dell’età omayyad, smog da traffico impossibile e bellissimi tramonti, fondamentalismo islamico e raffinata cultura anche laica convivono. Le strutture alberghiere utilizzate si sono rivelate ottime, il mangiare anche, con colazioni tipo continentali, pranzi con piatti tradizionali siriani ma molto vari e di buona qualità, cene in genere a buffet. Sin dall’inizio, visto che il gruppo era piccolo, si è creato poi un cordialissimo, direi quasi amichevole, rapporto con la guida locale colta e preparata e il cui italiano era impeccabile cosa che ci ha permesso esperienze umane impossibili per i grandi gruppi.
Sito archeologico di Apamea
LE PARTI PIÙ EMOZIONANTI DEL VIAGGIO... E EVENTUALI INTOPPI
La Siria antica ha dei reperti notevolissimi: come dice un mio conoscente ottimo cultore delle antiche civiltà e del mondo, trovi più Roma fuori dall’Italia, specie in Medio Oriente che in Italia. Assolutamente impreparata al verde e alle alte montagne, al grande deserto in cui, come un miraggio, appare Palmira ma anche abitato da nomadi che al posto dei cavalli usano coloratissime motociclette, che hanno segnato il viaggio, alla presenza di gruppi minoritari cristiani ed islamici ancora vivissimi al di fuori delle grandi città, alla ricchezza dei suk di Aleppo e Damasco in cui i venditori non chiamano i turisti, i bimbi non chiedono l’elemosina, carretti e camioncini riescono a non travolgere la grande folla che li frequenta.
Una terra affascinante abitata da gente cortese che nel 2010 sembrava politicamente tranquilla: grandi ritratti di Assad ovunque ma questo come in altri paesi arabi così come la nostra guida diceva solo bene del governo e dei benefici di cui godeva la popolazione.
Indimenticabili una serie di esperienze:
- perdersi nel suk di Aleppo ricco di ogni mercanzia (quattro donne ma tutti i commercianti gentilissimi nel dare indicazioni per trovare l’albergo);
- il tratto in taxi dall’albergo, di sera, alla Cittadella di Aleppo offerto dal taxista perché eravamo 3 donne;
- il tè offerto dalla guida a tutto il gruppo nella sua casa di Damasco per far conoscere la sua famiglia;
- l’escursione notturna a Damasco anche per fumare il narghilè e il rientro avventuroso in albergo su un pulmino-taxi con foto finale del pulmino, piuttosto scassato, e dei due autisti di fronte all’ingresso del lussuoso albergo in cui alloggiavamo;
- l’escursione fuori Damasco a cui si è invitata la famiglia della guida con la tappa non da programma in un posto molto bello;
- Kamata, gli spuntini nei souk e la squisita frutta secca venduta in giro su camioncini aperti;
- il tè nella tenda dei nomadi nel deserto;
- le alture del Golan precluse ai turisti per non dimenticare le vicende che ancora viviamo;
- il giro pomeridiano, fuori programma, con la guida che ci ha portato a scoprire angoli, case in ristrutturazione, hamam in Damasco…
- Forse l’albergo di Damasco avrebbe potuto essere più centrale anche se l’avventura con il pulmino è stata divertente ed è mancata l’escursione alle rovine di Hama…
Ma tutto non si può avere in 8 giorni già molto intensi. Ottima l’intesa tra tutti i partecipanti anche perché eravamo pochi, generalmente rispettosi dei tempi e delle esigenze reciproche e non sono mancati momenti per scelte individuali.
DA PORTARE CON SÉ
Abiti e scarpe comodi, niente abiti da sera tanto non ci sono con Pianeta Gaia serate mondane, non dimenticare che la parte a nord della Siria è abbastanza fredda per cui a marzo un pile non è di troppo, il sud all’altezza del Golan ha invece un clima molto gradevole, indispensabile nel deserto un copricapo e sempre la macchina foto. Nessuno del gruppo ha avuto problemi di stomaco o intestino anche se non abbiamo rinunciato ad assaggiare i cibi locali. L’acqua era però rigorosamente minerale..
UN GROSSO DISPIACERE Non poter augurare ad altri di fare oggi questo tour a causa dell’attuale situazione politica… Mai però dire “mai più”!
BLOGGER
Lia