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Pura vida - I

Diario di viaggio in Costa Rica

 

1° giorno 

A Bologna col check-in online sul sito Lufthansa la coda agli sportelli di Air Dolomiti è quasi nulla, ma anche chi deve fare il check-in ha ben poco da attendere, forse anche per via del fatto che in aereo saremo in 20, non di più. Lunga invece la coda al controllo bagagli. Il volo per Monaco (1:10) è puntuale, ci servono pure bevande e snack, una volta a Monaco mi trovo in un aeroporto completamente vuoto di prima mattina. Uscendo dall’area Schengen il controllo passaporti è automatico, quindi molto veloce anche se non ho particolare fretta. Wi-fi gratuito con registrazione, velocissimo, sarà anche per via del fatto che nessuno lo utilizza. Il volo Air Canada per Toronto è puntuale (Air Canada, Air Dolomiti e Lufthansa fan tutte parte di Star Alliance, per questo il check-in online è possibile da Lufthansa per tutte e 3 le compagnie in una volta unica), occorre però recarsi al gate per registrarsi e mostrare l’Eta (il visto per il Canada), o cartaceo o in pdf. Va richiesto in anticipo sul sito del governo canadese, costa 7$ canadesi, poco più di 4€, se trovate un prezzo maggiorato significa che siete finiti su di un sito che lo emette per il governo e quindi c’è la loro commissione. Il volo (6.936km, 8:50) è confortevole su di un moderno Boeing 787, ottimo servizio che consta di bibita e snack di benvenuto, pranzo, e spuntino prima dell’atterraggio. Disponibilità di film, giochi, intrattenimento, possibilità di utilizzo dei propri device, wi-fi (ma non l’ho utilizzato quindi non so dirvi come funzioni), direi un buon trattamento per una tratta intercontinentale. All’arrivo le pratiche sono velocissime, essendo in transito e non verso gli U.S.A. via preferenziale con verifica del passaporto e nemmeno mi chiedono l’Eta, stranamente pure qui come a Monaco non mi viene controllato il bagaglio a mano. Wi-fi in aeroporto ben funzionante ma ho poco tempo, la coincidenza è stretta, il volo per San José è sempre Air Canada ma Rouge, in pratica la linea “giovane”, o meglio economica, una specie di Ryanair per un volo però di 5:30. L’aereo è uno stagionato 767, niente schermo a disposizione e quindi intrattenimento zero, cibo a pagamento ma almeno il servizio bere è compreso. Noto che i più, avvezzi a tale servizio, salgono in aereo come se fossero partiti per un pic-nic, dagli zaini escono panini, insalate, borracce piene d’acqua (a Toronto ci sono più fontanelle dove riempirle) e così via. Causa fuso orario di 7 ore atterro al Juan Santamaria alle 21 di sera, il controllo passaporti è veloce nonostante una lunga coda, il bagaglio arriva 5’ dopo l’uscita dai controlli, prima di lasciare l’aeroporto tutti i bagagli vanno passati ai raggi X, non si possono importare parecchi generi alimentari, tra cui ovviamente frutta e verdura ma nemmeno carne. Possibile invece importare parmigiano-reggiano sottovuoto, come richiestomi da amici che sto andando a trovare. Usciti dai controlli ci si trova già all’esterno dell’aeroporto, in taxi raggiungo l’ostello-hotel prenotato in anticipo, camera da 6, ovviamente al completo, con bagno in camera. Grande struttura in pieno centro con bar terrazza al 4° piano dove prendo un po’ d’aria, qui di sera a quasi 1.000m d’altezza il caldo non è eccessivo, anzi, serve coprirsi un minimo. Presa una boccata d’aria e mangiate 2 barrette al cioccolato che mi ero portato come scorta provo a dormire, nonostante 7 ore di fuso e più tentativi di essermi messo avanti col sonno in aereo.

 

 Zopilote al sole a Puerto Viejo de Talamanca

 

2° giorno

Sveglia ore 7, a poca distanza c’è un ATM dove prelevo colones (i dollari li avevo già dall’Italia) e di fronte una pasticceria dove compro un’enorme pasta per colazione, il caffè è offerto in ostello, ovviamente wi-fi e su richiesta servizio taxi per l’aeroporto. Già, l’aeroporto, non si trova nella capitale ma appunto ad Alajuela, la seconda città del paese a 40 km da San José, e lì mi reco in bus che parte proprio dal terminal a fianco dell’ostello. In bus raggiungo il terminal Wagon di San José, il bus per Puerto Viejo de Talamanca parte dal terminal dell’Atlantico Norte, meglio conosciuto come terminal Mepe, sono sei isolati a piedi, sono in largo anticipo e vado a piedi, anche per via del fatto che la temperatura è fresca e la giornata bella. A San José i terminal sono un numero spropositato, quasi tutti molto piccoli, gli spostamenti quindi continui, a piedi impiego circa 15’, mi procuro il biglietto (non si può comprare via internet, è già molto poterlo comprare il giorno prima, l’abitudine qui è comprarlo al momento) e attendo comodamente seduto nella sala d’aspetto. Ci sono vari negozi per procurarsi cibo e bibite, bagno a pagamento che fa anche da deposito bagagli. Il bus parte puntuale alle 10 (ce ne sono 5 al giorno), impiega dalle 4 alle 5 ore, dipende dal traffico, essendo domenica in uscita non c’è troppo traffico e viaggiamo spediti. Prima sosta a Puerto Limon dopo quasi 3 ore e seconda a Cahuita, ma qui nemmeno il tempo di scendere che già si riparte. Arrivo a Puerto Viejo de Talamanca alle 14:15, tempo record, vicino al campo da basket e alla biglietteria dei bus, una vera stazione qui non c’è. Il bus è stato così veloce che i miei amici devono ancora arrivare e quando si palesano sono sorpresi da tale velocità. Sono in bicicletta, il loro mezzo di spostamento locale, col quale raggiungiamo l'ostello che per una settimana mi farà da casa. Non ho tempo per prendere conoscenza con l’ostello, giro in paese a far conoscenza dei primi indigeni italiani di stanza qui, in preparazione della grigliata serale presso la casa dove vivono i miei due amici per il mio arrivo di oggi. Cuochi provetti da quando si sono trasferiti qui, con l’aiuto del padrone di casa, o meglio delle case che sorgono nella sua area, esperimento alcuni tagli di carne di maiale da noi in parte sconosciuti. Poiché qui non si fanno prosciutti, la coscia di maiale viene lavorata in maniera da renderla una parte prelibata della grigliata, posta de cerdo, mai provata prima, promossa a pieni voti, come la salsiccia che i ragazzi fanno da sé. La partecipazione alla serata é composta da più avventori che inizio pian piano a conoscere, una comunità molto forte si è ritrovata in quest’angolo di mondo, tendenzialmente italiano in questo pueblo, ma in generale europea sulla costa atlantica. Rientro in ostello dopo un forte scroscio di pioggia, una situazione che si ripeterà con triste frequenza e a cui occorrerà abituarsi. Esperimento la doccia con ottimi risultati, come mi capiterà quasi sempre quando c’è la possibilità di averla calda il tutto è realizzato con ducha Lorenzetti, doccia elettrica applicabile in qualsiasi impianto. Tanto spazio, pure un dosatore di sapone, nell’ostello noto che ci sono più servizi di lavanderia, automatico a pagamento, ma anche con tanti lavabi a disposizione degli ospiti. Altro aspetto, senza fare eccessivo rumore molti ospiti tirano tardi tra i tavoli e le amache, l’aspetto della socializzazione qui come in qualsiasi altro luogo del Costa Rica è alla base del loro modo di vivere, che chiunque ovunque evidenzia con l’immancabile frase Pura Vida, emblema della nazione, compreso in meno di 24 ore. In camera siamo solo in due, lusso che passerà ben presto, casualità c’è un tedesco in viaggio verso Panama che era nel mio stesso bus da San José a qui, altra caratteristica data anche dagli spostamenti non lunghissimi, il rivedere le stesse persone più volte in più luoghi distinti.

 

Refugio Nacional de Vida Silvestre Gandoca-Manzanillo

 

3° giorno

Alle 5 c’è già luce, alle 7 è già tempo di sveglia ma piove, e allora sotto alla grande tettoia dell’ostello relax con tè e banane gentilmente offerte dalla direzione. Ma qui la pioggia viene e va, alle 8 è già tutto sereno e gli zopilotes aprono le grandi ali ad asciugarsi raccattando in paese avanzi di cibo, son pur sempre appartenenti alla famiglia degli avvoltoi. Appuntamento a casa dei miei amici, per arrivarci passo davanti a uno splendido forno-pasticceria dove non farmi tentare è dura. Un assaggio di tre mini croissant ripieni al momento di crema, cioccolato e nutella è doveroso, e così incontro altri italiani, la bakery è ovviamente gestita da connazionali. A casa tempo per un batido all’ananas (i ragazzi hanno tempi e abitudini assolutamente caraibici) e poi via per organizzare l’escursione al P arco Nazionale Tortuguero per la settimana a seguire. Oggi si va in esplorazione, col bus verso Manzanillo dove la statale 286 termina prima del confine con Panama (non si passa da qui) e dove si entra nel Refugio Nacional de Vida Silvestre Gandoca-Manzanillo, uno dei rari parchi non a pagamento della nazione. Si accede dal villaggio lungo una strada non asfaltata dove fanno sosta i locali che accedono al mare e si trova un campetto da basket con retine bruciate, un ponte porta all’entrata e fino alla spettacolare Punta Manzanillo il sentiero è ottimo, facile da seguire e ben tenuto. Da qui invece, inoltrandosi nel parco le cose cambiano, si sale, le tracce sono poche e il fango la fa da padrone, pian piano la foresta s’infittisce e perdersi è un attimo. Saliamo e scendiamo più colline, costeggiare il mare diviene impossibile e nella parte interna dopo circa 30’ di percorso immaginato più che seguito desistiamo, rientrando coperti di fango. Ritorniamo a Punta Manzanillo e da lì passiamo da alcune piccole e spettacolari spiagge, ovviamente in questa parte del parco c’è un sacco di gente, oltre la Punta praticamente nessuno. Rientrati al villaggio sosta per spuntino e canonico batido alla soda attendendo il bus che ci riporti in paese, il bus ferma di fronte alla spiaggia nera dove nel mezzo del mare staziona una barca arenata, non l’unica lungo questa costa che pare amica ma si rivela infida. Il mare in questi giorni non è di facile accesso, onde importanti e causa piogge quotidiane il magico colore azzurro lascia il posto a un verde tendendo al fango perché eccessivamente mosso, ideale per i surfisti che non mancano, anzi. Molti sono attrezzati con scooter o bici che hanno sul fianco il porta surf, si noleggiano già così con un sovra costo. A Puerto Viejo tempo per doccia e a seguire ritorno a casa dagli amici per cena, spettacolare guazzetto con gamberi e pane fatto in casa, prima un assaggio di focaccia, giusto per verificare le differenze tra i vari impasti. In serata non piove, rientro in ostello dove al solito c’è gente tra tavoli e amache, si chiacchiera ma senza eccessi, chi vuole può dormire anzitempo senza rumore, qui, nemmeno 300 metri lontano dalla costa, durante la notte il silenzio è totale e si dorme alla grande, caldo ma mitigato dal ventilatore fornito in ogni camera.

 

Coppia di coati nel Parco Nazionale Cahuita

 

4° giorno

Sveglia col bel tempo, il programma non varia, tè e banane in ostello, poi solita sosta alla bakery e arrivo dai ragazzi in tempo per batido e caffè. Oggi si va in escursione a nord, bus per Cahuita con stop in centro presso la stazione dei bus. Da qui attraversando il pueblito verso sud si arriva all’ingresso del Parco Nazionale Cahuita, offerta libera se si entra da questo lato, mentre a pagamento 5 $ se lo si fa in senso inverso da Puerto Vargas. Si costeggia la spiaggia percorrendo un sentiero in ottimo stato, incontri coi tipici coati, una sorta di animale a metà tra un gatto e un orsetto che vive sugli alberi ma non disdegna puntate in spiaggia, l’importante è recuperare cibo, si nutre di tutto, anche piccole tartarughine che si sono attardate a prendere il mare. Docilissimi e tranquilli, non hanno paura nell’avvicinare l’uomo, aspetto simpatico, sono una delle specie più fotografate della nazione. Il sentiero segue la parte esterna della terra che si spinge nel promontorio nel mezzo dell’oceano raggiungendo Punta Cahuita, luogo spettacolare ove per giungervi si attraversano due guadi, almeno occorre farlo in questa stagione. Proprio sulla punta vi sono alcuni tavoli per picnic, obbligatorio uscire dal parco con tutto quello con cui si è entrati, non è ammessa spazzatura. La giornata è assolata, regala belle viste ma anche molto caldo, il lato a sud su playa Vargas di pomeriggio è decisamente caliente e molto meno coperto del versante nord di playa Blanca. Alcune delle caratteristiche rane tanto note del Costa Rica vivono qui, ma senza una guida notarle è impresa non da poco, come per la moltitudine di specie avicole, più facile udirne la presenza che avvistarle. C’è gente che viene qua anche solo per godersi il mare e la spiaggia, agitato come nei giorni precedenti e per forza di cose non strepitoso come le immagini relative al parco (che si estende per oltre la metà nell’oceano) rimandano. Arrivati alla stazione dei rangers di Puerto Varas si rientra sulla statale lungo una passarella sopraelevata nella foresta pluviale di 2 km, si percepisce che nell’intrico ci sia un’affollata vita animale, ma scorgerla non è semplice. Le guide con cannocchiale al seguito dei turisti che le hanno affittate non lamentano la presenza di altri viandanti se non si sta con loro per tutto il tragitto ma solo nel punto in cui sono ferme per spiegazioni e viste, così in alcuni casi ne approfittiamo per avvistare scimmie, uccelli e anche se molto lontano un bradipo. Il percorso nel parco è di 8 km, se si sommano gli accessi si arriva sui 10 km, lunghezza che non comporta nessun problema, niente fango, niente salite e discese, proprio un’escursione piacevole e alla portata di tutti. Unica nota, occorre entrare al parco prima delle 14 per essere certi di uscire prima del calare del sole. Prima di giungere sulla statale si trova l’unico bar/ristorante del parco, gestito da un italiano, offre svariati prodotti ma con prezzi fuori mercato, preferiamo prendere il bus di ritorno proprio di fronte all’uscita e fermarci a Puerto Viejo alla fidata bakery. Doccia ristoratrice in ostello, relax sulle amache e poi ritorno dai ragazzi per cena, ormai il loro piacere di inventarsi pranzi e cene ha surclassato il gusto di andare per ristoranti. Lentamente procediamo nella serata, ritardando un buon caffè poiché come abitudine uno scroscio di pioggia si abbatte sulla sera, la temperatura si fa piacevolissima ma per rientrare in ostello attendo che dal cielo non cada più nulla. Puerto Viejo rimane un posto assolutamente tranquillo anche al calar del sole, ha punti di animazione che a tarda ora si concentrano principalmente al Salsa Brava, specie di disco in spiaggia in corrispondenza del break preferito dai surfisti.

 

continua...

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Luca

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