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Sardegna in moto - II

Un week end lungo in Sardegna su due ruote

 

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Domenica

Passato il test temperatura, c’è accesso alla colazione con buffet servito, e come da principio del mio amico Sam, “al buffet devi guadagnarci”. Così facciamo bella figura pure testando i toast preparati al momento dall’addetta. Poi, recuperate le moto dal garage è tempo di partire, passando dal luogo domenicale più tipico, il Poetto, già battuto da svariati avventori, magari il bagno in mare non è per i più, ma il luogo ben sfruttato. Optiamo per la SS125 che sale verso Burcei, un bel susseguirsi di dolci curve di una montagna tagliata da strette valli alberate e rocce rosse. Terminiamo a San Priamo dopo circa 60 km, un dimenticato paese con tante piccole ed identiche abitazioni, costruzioni degli anni ’30 che fecero da base per gli operai intenti alla bonifica dell’area, a suo tempo malarica, anche se in realtà il richiamo del villaggio fantasma sarebbe la limitrofa chiesa di Sant’Andrea. Veloce sosta in un bar dove incrociamo un motociclista locale sulla sua Ducati Scrambler e quando ci sente parlare ci fa notare come noi quattro prevenienti da Bologna e dintorni non cavalchiamo bicilindrici di Borgo Panigale. Rimediamo col fatto che in 3 su 4 di bicilindrici facciamo uso, il tutto per trovarci il caffè da lui pagato, grazie Carlo (se non ricordo male). Ci spingiamo al mare, nell’area di Calostrai, tra l’omonimo stagno e quello di Feraxi da dove si vede Capo Ferrato dominato dal faro. Andiamo poco più a nord, sempre bordeggiando stagni, per far sosta allo stabilimento balneare Coccumeo, dove i più intrepidi affrontano il mare, mentre chi vuole si riposa al sole o all’ombra, magari approfittandone per un pranzo anticipato. Continuiamo per Muravera, dove incrociamo anche il fiume Flumendosa, il più lungo dell’isola, a seguire andiamo a Tertenia alternando la strada principale a qualche laterale, in ogni caso strade in perfette condizioni e senza mai incontrare nessuno, giungendo a Tertenia dopo circa 47 km. Altra tappa a Barisardo non seguendo sempre la superstrada 125, da qui optiamo per Lanusei, salendo al paese e attraversando i suoi piccoli vicoli facendo tappa nella centrale piazza Vittorio Emanuele II, che dista 16 km. Da qui scendiamo passando da Ilbono e Tortolì dove incrociamo nuovamente la SS125 che imbocchiamo destinazione Baunei all’inizio della salita per il passo di Genna Silana. A Baunei sosta prima di raggiungere ed oltrepassare i 1.000 m del passo, bel tempo, sole e caldo, clima ideale, con vista sulla particolare chiesa di San Nicola, dal portale staccato dal corpo della chiesa, poi via sulla salita che dopo circa 38 km porta al passo.

 

Capo Malfatano

 

La strada, che potrebbe essere considerata una prova speciale di moto salita, regala viste spettacolari sulla valle a sud e sul massiccio del Gennargentu a ovest, poi pian piano si apre su altri precipizi, sempre incantevole rimane, anche se i più la prendono come una prova contro il tempo per poi fermarsi al passo, che greggi di pecore e capre attraversano infischiandosene di chi sopraggiunga. Da qui, con temperatura di molto diversa da Brunei, si potrebbero intraprendere vari percorsi a piedi, re indiscusso ovviamente quello che conduce alla gola di Su Gorropu, con passaggi profondi oltre 500 metri e larghi 4, indicato come il più profondo d’Italia e tra i più profondi in Europa. Molteplici le possibilità di visitarlo, non siamo qui con l’attrezzatura idonea né nei tempi giusti, ma intanto prendo nota di come poterlo visitare in seguito, gola che si può intravvedere scendendo qualche chilometro la solita SS125 che conduce a Dorgali. Da qui puntiamo ad Orosei lungo la solita strada che taglia le celebri cave di marmo, che tendono a portare polvere di marmo anche sul manto stradale, continuando fino a Siniscola, circa 38 vkm dopo. Dato l’orario e il tramonto in arrivo, per Olbia imbocchiamo la SS131dcn, sorta di autostrada senza pedaggio, così da raggiungere in anticipo il luogo d’imbarco e concederci un ultimo giro per il centro cittadino, oltre a un pasto come si deve. La città è piena di motociclisti che come noi sono in procinto di rientrare, su Corso Umberto I nei tanti ristoranti della via chiusa al traffico è un continuo incrociarsi, facciamo tappa presso un ristorante che offre un menù a scelta tra mare, terra e piatto unico combinato, tempi veloci e qualità molto meglio delle aspettative. Tempo per un ultimo giro a piedi nell’area pedonale poi riprendiamo le moto e andiamo al vicino imbarco con un’ora di anticipo rispetto alla partenza delle 22, notando come ci sia molta più affluenza che all’andata. In effetti i ponti dove stazionano le auto sul traghetto della Moby sono al completo, ovviamente numerosissime le moto, da qui vado direttamente in cabina ancor prima di salpare per una tonificante doccia, al seguito della quale è tempo di mettersi a letto per provare a leggere un po’ prima di dormire, visto l’orario non proprio da movida. Pare che il mare sia più mosso dell’andata, non lo noto più di tanto, il sonno la fa da padrona nel giro di breve.

 

Chiesa di San Nicola, Baunei

Lunedì

Al solito gli altoparlanti con largo anticipo chiamano, anzi pregano di andare a colazione, scelta che non facciamo, ci prepariamo a sbarcare dopo 9:15 di traversata. I tempi per uscire sono più lunghi dell’andata, occorre attendere che una parte di auto parcheggiate si sposti, poi velocemente sbarchiamo per andare a fare colazione con comodo sul lungomare livornese, dopo ha piovuto e non poco, strada completamente bagnata. La mattina uggiosa non porta avventori, la scelta del bar è dettata più dal parcheggio comodo lungo Viale Italia che altro, saremmo anche pronti a ripartire se non che, mentre ci attrezziamo con qualche protezione per la pioggia, sentiamo uno strisciare di scooter sull’asfalto. Una ragazza proprio nel mezzo della strada, forse per aver frenato sulla striscia bianca bagnata, cade rimanendo con la caviglia sotto lo scooter, così l’aiutiamo a togliere il mezzo da sopra. Poi sopraggiungono più dottori e infermieri che se ne prendono cura, così partiamo per imboccare la FI-PI-LI, al solito molta attenzione ai numerosi autovelox. Circa 4 km prima dello svincolo sulla A1 c’è la coda (mi dicono che siano uno standard), in moto in qualche modo riusciamo a svicolare proprio quando sotto il sole uno scroscio di pioggia si abbatte sulla zona. Ma una volta entrati in A1 scompare, il tempo si mette velocemente al bello, autostrada scorrevole, scelta anche in questo caso della direttissima, alle 10:30 sono a casa a Bologna dopo aver percorso 1.375 km totali.

 

Capra al passo di Genna Silana

 

Commento

Weekend “lungo” in moto sfruttando i trasferimenti in traghetto di notte in un periodo, inizio ottobre, quando il clima in teoria è ancora buono e il turismo in pratica terminato, anche se la scelta dei luoghi non prevede mete da movida ma piuttosto percorsi in moto con tante curve e luoghi dimenticati, alla ricerca di sorprese che solo in moto sono facili o comodi da raggiungere o da fotografare anche con una sosta volante lungo la strada. Dato il periodo, praticamente non avevamo prenotato nulla in anticipo poiché le condizioni climatiche ci avrebbero potuto far variare l’itinerario, e questo è stato un grande vantaggio, avendo ribaltato proprio all’ultimo il percorso dall’idea iniziale. Possibile quando il turismo non assedia il luogo, immagino non fattibile ad agosto.

 


Sardegna in moto - I

BLOGGER

Luca COCCHI

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