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Fermate d'autobus sovietiche

Un'insospettabile forma d'arte

 

Quando una pensa all’architettura del periodo sovietico pensa a pesanti edifici in cemento armato, a strutture magari funzionali ma inevitabilmente pervase di un insito grigiore. C’è un’eccezione a tutto questo, in una nicchia dell’edilizia pubblica d'oltre cortina del tutto inaspettata: le fermate d’autobus.

 

Bambini giocano su una fermata d'autobus a Gudauta (Abkhazia) - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Non di rado concepite da veri e propri artisti, sembrano essere state lo sfogo per gli architetti dell’ex-blocco sovietico, altrimenti costretti a trattenere il proprio estro creativo durante la realizzazione di altre più importanti costruzioni. La funzione utilitaria, quella di offrire riparo ai passeggeri in attesa del bus, non viene tralasciata, anzi, diventa il motivo attorno al quale sbizzarrirsi in soluzioni innovative: forme astratte che possono essere rigorose oppure estremamente fantasiose, decorazioni che possono essere del tutto assenti o incredibilmente vivaci, a volte inserite in contesti urbani ma più spesso esaltate da uno splendido isolamento nel tratto extraurbano di una strada di collegamento.

 

Astratta e colorata, Gagra (Abkhazia) - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Questa “fioritura” non è stata del tutto casuale: negli anni ’70, in una società socialista in cui le automobili private erano privilegio di pochi e la mobilità individuale con mezzi propri era scoraggiata, il sistema dei trasporti era principalmente basato sugli autobus, che di fatto univano il paese. Non di rado, soprattutto nelle sperdute lande dell’interno, una fermata d’autobus finiva col diventare quasi un simbolo del villaggio di cui costituiva un implicito di biglietto da visita. Anche per questo motivo, i costruttori si potevano prendere quelle libertà, purché si restasse nei limiti di spesa previste, che in contesti più prestigiosi difficilmente avrebbero potuto prendersi.

 

Pronta a partire per lo spazio, Inkiti (Abkhazia) - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Uno dei luoghi in cui imbattersi in queste eccentriche opere è l’Abcasia (o Abkhazia), il territorio caucasico rivendicato dalla Georgia ma dal 1992 proclamatosi indipendente al termine una breve ma cruenta guerra vinta dai pochi Abcasi (appena il 18% della popolazione alla vigilia del conflitto), spalleggiati dalla Russia che da sempre cerca di esercitare il suo controllo su questa regione e avere accesso alle coste del Mar Nero che bagnano il piccolo stato.

 

A forma di pesce, Pitsunda (Abkhazia) - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Per vedere anche le altre fermate d'autobus nelle quali mi sono imbattuto durante il mio viaggio in Abkhazia, clicca qui.

 

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