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Ero già stata in Namibia e l'Africa, i suoi paesaggi, i suoi colori e i suoi silenzi mi erano rimasti nel cuore... Io e Simone eravamo alla ricerca di un viaggio di nozze che ci facesse vivere per qualche settimana 'fuori dal mondo', un viaggio in grado di regalarci quelle emozioni che solo la semplicità sa donare e così abbiamo pensato quasi subito all'Africa e al Botswana... Forse uno dei più sconosciuti e quindi incontaminati stati dell'Africa... E le nostre aspettative non sono state tradite!
Uomo San
Arrivati a Maun ci siamo imbarcati sul primo volo charter del viaggio e, superate le prime perplessità sulla sicurezza dello stesso, eccoci volare sugli spazi immensi dell'Africa... In pochi minuti abbiamo lasciato alle nostre spalle quasi tutti i segni della nostra amata civiltà per inoltrarci nel nulla smisurato dell'area del Makgadikgadi. Arrivati a terra Sam e Zac ci hanno accolti con la consueta ospitalità africana all'interno del Camp Kalahari, il nostro primo lodge, e poco dopo eccoci pronti per il nostro primo safari... Intorno a noi distese di erba indurita dalla grandissima quantità di sale presente in quest'area e all'orizzonte solo acacie e palme... Il senso di libertà e di pace inizia lentamente e impossessarsi di noi. Ci muoviamo per un paio di ore, iniziamo a conoscere alcune delle oltre 500 specie di volatili che popolano il Botswana e poi ecco la prima sorpresa preparata per noi: il nostro primo aperitivo africano di fronte al tramonto... Alcune sedie disposte a semicerchio su un leggero altopiano, qualche bicchiere, un po' di arachidi e vino sudafricano... È solo un aperitivo ed è solo un tramonto, ma è un'emozione immensa... Scomparso il sole, Sam ci fa sedere attorno al fuoco e con l'aiuto di una cartina ci spiega l'origine dei paesaggi del Botswana, poi torniamo al lodge e dopo la cena e due chiacchiere, con le nostre fiaccole ci ritiriamo nell'intimità della nostra tenda.
In quad in un paesaggio lunare
All'alba del secondo giorno veniamo svegliati dal profumo e dal calore del tè che lo staff del lodge ci porta in tenda, un'abbondante colazione e siamo pronti per gli tutti gli incontri della giornata... Durante la mattinata attraverso un walking safari con guida boscimane conosciamo i San e le loro abitudini, mentre al pomeriggio è la volta dell'escursione in quad-bike... Ci aspettiamo un breve giretto in quad attraverso l'immensità dei paesaggi che ci circondano, ma le nostre aspettative vengono ampiamente superate da una delle giornate indimenticabili di questo viaggio: con i quad ci inoltriamo per alcuni chilometri all'interno del Makgadidikgadi Pans e ogni forma di vita attorno a noi scompare... Nessuna strada, nessun albero, nessun tipo di animale... Ovunque guardiamo ci siamo solo noi... Sam ci fa fermare e allontanare di alcune centinaia di metri l'uno dall'altro perchè ognuno di noi possa godere per alcuni minuti del rumore assordante prodotto dal silenzio assoluto... Ci distendiamo a terra e ci facciamo invadere dall'emozione di osservare un tramonto di fronte al nulla... Siamo sulla Luna! Completamente appagati da un'incredibile sensazione di pienezza, riprendiamo i nostri quad e nel buio della sera africana ci prepariamo a tornare al lodge, ma ecco che in lontananza davanti a noi in mezzo alla polvere alzata dai nostri quad iniziamo a distinguere la luce del fuoco e di alcune fiaccole... Ci avviciniamo e scopriamo che questa sera la cena ci sarà servita nel bel mezzo del deserto... Gustiamo ogni boccone del cibo che ci viene offerto alla luce della luna piena e poi seguiamo Sam per un ultima passeggiata notturna... Camminiamo per alcuni minuti e di fronte a noi l'inaspettato: un letto in mezzo al deserto pronto ad ospitarci per la notte... Siamo noi e il cielo stellato... Dimentichiamo tutto e tutti.
Un giaciglio nel nulla
È l'alba a svegliarci insieme alle raffiche pungenti del vento africano... Riprendiamo i nostri quad e torniamo al campo arricchiti dall'emozione di una notte in cui il nostro contatto con la natura è stato totale. Una bella rinfrescata ci libera dallo strato di sabbia che nelle ultime ore ci ha completamente ricoperti e nel pomeriggio impariamo ad interagire con i suricati e con la loro simpatica curiosità e ci sentiamo un po' parte di una scena de 'Il Re Leone'.
Tramonti da togliere il fiato
Il mattino seguente ci inoltriamo nella savana per raggiungere il Chapmans's Baobab e dopo essere stati rapiti dalle sue dimensioni smisurate, Sam ci accompagna alla pista di atterraggio per il nostro primo trasferimento: è ora di lasciare il Kalahari per raggiungere il parco del Chobe. Dal charter iniziamo a intravedere i paesaggi del delta che visiteremo negli ultimi giorni del nostro viaggio e, una volta raggiunta terra, ci aspetta un Botswana completamente diverso da quello conosciuto negli ultimi giorni. Dalla splendida suite del Nogoma Safari Lodge osserviamo il Chobe e l'immensa quantità di animali che si raccolgono sulle sue rive. Veniamo affidati alla professionalità e alla simpatia di Vincent con il quale raggiungiamo velocemente le sponde del fiume per godere di un altro tramonto indimenticabile. Il rosso fuoco del sole che nei giorni scorsi veniva assorbito dalle aride distese del Kalahari oggi si specchia nelle calme acque del Chobe e si confronta con il verde dei prati che le circondano, sfocando la vista delle centinaia di animali che corrono e si nutrono di fronte a noi... È l'ora di un altro sorso di vino sudafricano, mentre un numero indefinito di uccelli prende il volo sulle nostre teste rendendo il momento semplicemente perfetto. Torniamo al lodge e gustiamo la miglior cena del viaggio: sulla terrazza panoramica della struttura ci siamo solo noi e altri due ospiti, il cibo è squisito, il fuoco è acceso, le fiaccole illuminano i nostri visi mentre un gruppo di zebre si abbevera ai piedi dell'altopiano su cui ci troviamo.
La spettacolare vista dalla terrazza
Il nostro quarto giorno è completamente dedicato all'esplorazione del Chobe National Park. Al mattino impariamo a conoscerlo dall'acqua attraverso un'escursione in barca. Incontriamo bufali, facoceri, iguane... Mentre enormi stormi di uccelli punteggiano il cielo, davanti ai nostri occhi centinaia di antilopi, zebre e faraone colorano le rive del fiume... Siamo a pochi metri da un coccodrillo quando vediamo arrivare un intero branco di elefanti desideroso della rinfrescata mattutina... Ci godiamo lo spettacolo fino a quando una decina di ippopotami decide di farci capire che quello è il loro territorio... L'adrenalina sale ma per fortuna il loro era solo un avvertimento!
Elefanti assetati al Chobe National Park
Tornati a terra veniamo accolti da un branco di giraffe e pochi minuti dopo esserci fermati ad osservare una mamma elefante con il suo piccolo intenti a mangiarsi alcuni rami secchi a pochi metri da noi, ecco l'avvistamento più fortunato del viaggio: sui rami di un albero la carcassa ancora fresca di un impala e ai suoi piedi un magnifico leopardo che, ancora affaticato dalla mangiata, decide di non scappare ma di rimanere in posa per noi... A pochi metri da lui rimaniamo stregati dal suo sguardo e dalla sua eleganza. Un veloce pic-nic e con la nostra 4x4 trascorriamo un fantastico pomeriggio sulle rive del fiume... Ci addentriamo anche nel parco alla ricerca di qualche leone, ma la nostra giornata è già stata più che fortunata!
Un maestoso ma per fortuna tranquillo leopardo
Il giorno successivo partiamo per le Victoria Falls, attraversando il confine tra Botswana e Zimbabwe: il tempo trascorso in frontiera ci insegna molto della cultura e dei ritmi africani e la simpatia di alcuni personaggi tipici locali ci mostra che cosa significhi sdrammatizzare! Arrivati allo Stanley & Livingstone Hotel rimaniamo un po' spiazzati dallo charme emanato dalla struttura: dopo i giorni trascorsi a stretto contatto con la semplicità della popolazione locale è difficile provare simpatia per la grandezza dell'epoca d'oro dei pionieri e con nostra incredulità capiamo di preferire l'incertezza e l'emozione di riposare in una tenda priva di protezioni alla sicurezza del farci coccolare nell'eleganza di una struttura completamente circondata da filo spinato. Nel pomeriggio sorvoliamo le cascate a bordo di un elicottero: non siamo di certo nella stagione della loro massima portata ma la loro imponenza, i tagli e la profondità acuta dei dirupi che le circondano ci lascia senza parole.
La mattina seguente chiediamo di raggiungere le cascate il prima possibile, per riuscire ad osservarle prima che l'enorme quantità di turisti giornalieri invada il parco... La giornata è stupenda ma il vapore prodotto dai salti incredibili dell'acqua ci costringe a proteggere noi stessi, ma soprattutto le macchine fotografiche! Ci godiamo lo spettacolo per un paio d'ore prima di farci accompagnare ad un mercato locale dove veniamo assaliti dai venditori e impariamo l'arte del contrattare! Fieri dei nostri acquisti torniamo all'hotel e ci prepariamo per il safari pomeridiano a dorso di elefante.
Fauna numerosa e variegata
Il nostro settimo giorno in Botswana sarebbe dovuto essere l'unico giorno di completo relax del nostro viaggio di nozze, ma una volta lì capiamo che trascorrere un'intera giornata in piscina per noi sarebbe stato 'tempo sprecato' e così programmiamo un walking safari con i leoni... Partiamo un po' prevenuti rispetto al fatto di trascorrere del tempo con animali che consideriamo ammaestrati, ma l'emozione di poterli accarezzare e di camminare al loro fianco nel loro ambiente naturale si rivela unica e a pochi centimetri da loro percepiamo come il loro istinto e la loro natura non gli consenta che di essere animali completamente selvaggi, solo in parte abituati all'uomo. Alla sera rispettiamo il 'dressing code' locale per trascorrere una tipica serata al Boma dove godiamo dei sapori locali e ci facciamo travolgere dal ritmo del bongo.
Safari in groppa agli elefanti
Nuova sveglia all'alba e imbarco sul volo charter alla volta del Delta dell'Okavango. È una giornata ventosa e il volo non è proprio dei più stabili ma il paesaggio che si apre sotto i nostri occhi ci tiene comunque incollati al finestrino: terra e acqua si fondono cancellando ogni confine, crepe capillari rompono il terreno rendendo instabile e precario ogni segno umano. Paul ci accompagna alla nostra tenda all'interno del Little Kwara Camp dove ad accoglierci c'è un nutrito gruppo di scimmie. Trascorse le ore più calde, partiamo per un nuovo safari e di fronte a noi si presenta, ancora una volta, un'altra Africa. Il paesaggio in quest'area è imprevedibile e cangiante: dove l'acqua del fiume riesce ad infiltrarsi il bianco della sabbia viene inghiottito dal verde di una vegetazione rigogliosa, mentre laddove è l'aridità a vincere l'erba alta dei canali del delta si tinge di giallo. Siamo intenti ad osservare il fascino che assumono le giraffe e i branchi di elefanti in questo nuovo contesto, quando l'occhio attento di Michael, il nostro tracker, individua un leone e una leonessa addormentati fra i lunghi fili d'erba dorati. Ci avviciniamo incredibilmente a loro e li osserviamo sognare notando come possenza e tenerezza possano realmente essere due facce di una stessa medaglia.
Proseguiamo, ci godiamo il paesaggio e un nuovo tramonto e quando ormai soddisfatti siamo pronti a rientrare, viviamo inaspettatamente uno dei momenti più emozionanti del viaggio: nel buio della sera africana i fari della nostra jeep ci permettono di intravedere due leoni e una leonessa sulla strada del ritorno. Paul spegne i fari per non infastidire gli animali e per consentire a Michael di lasciare la sua posizione sovraesposta e sedersi fra noi... Peccato che la nostra 4x4 sia comunque completamente scoperta! Attraverso la luce di una torcia Michael illumina per un attimo uno, per un attimo un altro dei tre predatori, ma è impossibile tenerli sotto controllo tutti contemporaneamente. Percepiamo i loro movimenti solo attraverso il rumore dei loro passi sull'erba secca dell'area e ascoltiamo i ruggiti attraverso i quali si mandano dei segnali... Paul ci spiega sottovoce che se non ci alziamo in piedi e non facciamo rumore i leoni non ci individueranno come un pericolo, ma avranno rispetto per la sagoma del nostro mezzo e così avviene. Dopo alcuni minuti di inquietudine e di sguardi sospettosi i leoni si coricano, nuovamente inghiottiti dal paesaggio... Possiamo tornare a casa ma per alcuni attimi, che paura!
Una leonessa ci mostra i suoi letali canini
Dopo una notte resa agitata dal party organizzato da un gruppo di scimmie sulla nostra tenda, ne ritroviamo altri due all'alba ancora mimetizzati fra i colori secchi delle distese africane... Scattiamo le foto di rito e proseguiamo verso uno dei canali del delta per un altro safari in barca. Questa volta a rapirci non sono tanto gli animali, quanto i paesaggi: ci muoviamo in un labirinto di canali, paludi e isolotti fra distese di ninfee galleggianti e muraglie di papiri. Le sagome degli animali e della vegetazione circostante si riflettono perfettamente sull'acqua limpida del Delta... È il giardino dell'Eden! Ci godiamo un aperitivo osservando un gruppo di ippopotami e rientriamo. Il giorno successivo lo trascorriamo alla ricerca del ghepardo... Incontriamo volpi, iene, ancora antilopi, zebre, elefanti, facoceri, giraffe e leoni, ma del felino nessuna ombra: saremo costretti a tornare in Africa ancora una volta!
È il nostro ultimo giorno in Africa e il nostro viaggio si conclude con un'ultima esperienza indimenticabile: l'escursione in mokoro. Superate le prime perplessità nell'affidarci a queste labili imbarcazioni sotto stretta osservazione di un gruppo di ippopotami, ci lasciamo trasportare tra tappeti di ninfee, giunchi e papiri nel silenzio assoluto rotto solo dal fruscio della nostra imbarcazione e dal richiamo degli animali. Un'ultima iniezione di pace prima della partenza!
Cosa ci siamo portati a casa? Il ricordo di un'esperienza indimenticabile, la certezza che pace e serenità sono ancora raggiungibili e la convinzione che per raggiungerle spesso la semplicità sia la via migliore.
Cosa portare con sé per compiere un viaggio del genere? Un abbigliamento a cipolla capace di contrastare le freschissime brezze mattutine e serali, ma anche il caldo torrido delle ore centrali della giornata, ma soprattutto la voglia di lasciarsi tutta la nostra realtà quotidiana alle spalle, di spegnere computer e telefonini e immergersi completamente in un mondo di cui oggi si fa fatica anche solo ad immaginare l'esistenza.
Un ultimo, regale, saluto dal Botswana
PIANETA GAIA