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Perché andare alle Isole Faroe | Gaia Blog

La nostra miniguida alle selvagge isole nell'Oceano Atlantico

 

PERCHÉ ANDARE ALLE ISOLE FAROE

 Natura, natura, natura. Questo arcipelago di 18 isole a nord della Gran Bretagna, spesso ignorato dai tour operator, è un piccolo gioiello raggiungibile con poche ore di volo. È una terra dal clima impervio, con 270 giorni di pioggia all'anno e frustata dal vento del Mare del Nord ma che offre paesaggi drammatici, interminabili distese verdi e l'opportunità di ammirare avifauna marina come in pochi altri posti al mondo. E un posto dove sentirsti veramente lontani da tutto, isolati in mezzo all'oceano. Agli amanti dei luoghi meno battuti non potrà non rimanere a lungo impressa.

 

DIFFICOLTÀ DEL VIAGGIO

Non ci sono vere difficoltà in un viaggio alle Isole Faroe. A parte poche di esse - le meno visitate -, le isole sono tutte unite da ponti o tunnel sotterranei, e quindi sono tutte agilmente visitabili. L'arcipelago, che fa parte del Regno di Danimarca, è estremamente civilizzato, difficilmente rimarrete senza connessione nemmeno in mezzo ai fiordi più isolati e la maggior parte della popolazione parla anche inglese. Uno dei pochi aspetti critici è il costo, alto come in tutti i paesi scandinavi (ma più basso che in Norvegia), a maggior ragione se si considera che le isole sono piuttosto lontane dalla terraferma e che, dato il clima, non vi sono alberi e che le uniche piante coltivabili sono le patate. Ma questo non significa che nei supermercati non troverete frutta o qualsiasi altro ben di Dio. Altro aspetto di cui tenere conto è il clima estremamente piovoso e ventoso, anche se non è freddissimo in inverno.

 

La spettacolare cascata ai piedi del villaggio di Gasadalur - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

QUANTI GIORNI SERVONO

Le Isole Faroe sono piuttosto piccole: hanno un'estensione massima di 113 kilometri in lunghezza per 75 in larghezza, per una superficie vasta poco più della metà del Lussemburgo. Ciò nonostante le cose da vedere sono diverse e variamente sparse nel territorio, senza contare che, per gli amanti del trekking, molte visite possono essere effettuate all'interno di lunghe passeggiate in mezzo alle sconfinate lande erbose di queste isole o sulle più aspre cime. Per questo, a seconda delle proprie inclinazioni, si può dedicare alla visita delle Isole Faroe un periodo che può variare dai 4/5 giorni per i più frettolosi (anche per ammortizzare il costo del volo che di norma non è economico) fino alle due settimane e oltre per chi vuole godersele con calma e in ogni suo aspetto.

 

IN CHE STAGIONE È MEGLIO ANDARE

Qui il clima non è un aspetto secondario e quindi è bene scegliere il periodo in base a cosa si cerca. Ovviamente la maggior parte dei turisti vi ci si reca in estate, quando le temperature sono più miti ma i prezzi più alti. In realtà anche in questo periodo è piuttosto fresco e la piovosità non è particolarmente inferiore a quella di altre stagioni. D'altra parte l'inverno non è così rigido come ci si potrebbe aspettare a queste latitudini: il motivo è la Corrente del Golfo, i cui ultimi lembi giungono fino a qua. In pratica la temperatura invernale poche volte scende sotto lo zero e le nevicate sono un paio ad inverno, raramente di più. Sono quindi altri i fattori di cui tenere conto. Uno è la luce: a metà dicembre le ore di luce sono pochissime, il sole sorge verso le 11:00 di mattina e cala verso le 15:00, viceversa l'estate conta anche fino a 19 ore di luce. Un altro aspetto da considerare, specie se volete sfruttare le opportunità per fotografare gli uccelli marini, è la stagionalità delle oltre 300 specie di uccelli marini: da giugno a settembre è il periodo più affollato.

 

Tipiche case col tetto ricoperto d'erba nel quartiere di Tinganes, a Torshavn - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

A CHI PIACERÀ ANDARE ALLE ISOLE FAROE

A chi ama la natura in tutte le sue forme: paesaggi verdissimi punteggiati da solitarie pecorelle, scogliere che si tuffano a picco sull'oceano, una ricca popolazione di uccelli marini tra cui le caratteristiche pulcinelle di mare, acqua e aria fra le più pulite al mondo. Ma anche la civiltà ha le sue chicche da offrire: deliziosi e microscopici villaggi incastonati in un paesaggio surreale, chiesine e casupole di legno dai tetti ricoperti d'erba e quello che da molti è ritenuto il salmone più buono del mondo. È destinazione adatta a lunghi trekking e la popolazione è molto cordiale.

 

I MUST

 

Torshavn:

La capitale di questa piccola nazione autonoma che aderisce al Regno di Danimarca, ha circa 20.000 abitanti, poco meno della metà dell'intero arcipelago. La parte più caratteristica della città è Tinganes, il vecchio centro storico caratterizzato da casupole di legno coi tetti ricoperti d'erba, le più antiche delle quali possono avere anche 500 anni. È uno dei luoghi di potere più antichi del mondo: già nell'825 i Vichingi lo elessero come sede del potere locale, e anche ora che il Parlamento è stato spostato più in centro, nella piccola penisola rocciosa che si protende verso il mare, vi è ancora il Palazzo del Governo, dalle caratteristiche pareti di legno dipinto di rosso e le finestre bianche.

 

Scogliere di Vestmanna:

È una delle tappe imperdibili di qualsiasi viaggio in queste isole sperdute. Si parte in barca dall'omonimo villaggio nella parte nord occidentale dell'isiola di Stroymoy e, dopo aver navigato nel tratto di mare che separa all'isola di Vagar, si va in mare aperto. Le scogliere, alte fino ad oltre 500 metri nei punti più alti, sono a dir poco imponenti e non si può non sentirsi piccini al loro confronto, a maggior ragione se, come capita spesso, il mare è un po' agitato e si balla. Ma non abbiate paura, i marinai sanno come districarsi in queste acque e sapranno infilarsi anche in spettacolari strettoie tra le verticali pareti delle scogliere. Il tour dura un paio d'ore.

 

La spiaggia di sabbia nera di fronte a Tjornuvik - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Isola di Mykines:

È l'isola più occidentale dell'arcipelago, quella che per prima subisce la veemenza dell'Alto Atlantico, e una delle poche isole non unite alle altre da ponti o tunnell: anche per questo, è da sempre uno dei luoghi più inviolati dell'arcipelago. È uno dei siti al mondo dove meglio ammirare gli uccelli marini: qui vi è l'unica colonia di sule delle Isole Faroe e le pulcinelle di mare, che altrove possono essere ammirate solo grazie a potenti teleobiettivi, qui si lasciano avvicinare a poco più di un metro. La visita dell'isola, che può essere raggiunta in  nave o elicottero (ma il rientro avviene sempre via mare) dall'isola più vicina che è Vagar, permette anche la visita di un microscopico villaggio e qualche interessante trekking, al punto che diversi turisti scelgono di passarvi la notte per poterla visitare al meglio.

 

Cascata di Gasadalur:

Le Isole Faroe pullulano di cascate. Quando piove poi, non potrete fare a meno di stupirvi nel vedere una successione di cascatelle scendere dalle pendici delle vette, anche una ogni 50 metri! Ma la più bella di tutte è quella che si tuffa direttamente nell'oceano nella parte occidentale dell'isola che volge verso Mykines. Già trovare una cascata che si butta nel mare non è spettacolo frequente, ma qui il Creatore si è voluto sbizzarrire: oltre al salto da scogliere alte un centinaio di metri, ci ha messo il grazioso villaggio di Gasadalur, a sua volta sormontato dai 722 metri del ripido Monte Árnafjall. Non è un caso che la veduta di questa cascata sia la classica immagine-cartolina delle Isole Faroe.

 

Tjornuvik:

È un delizioso villaggio dalle variopinte casette di legno che sorge nella punta più settentrionale dell'arcipelago, nell'isola di Sterymoy. Si erge ai piedi delle ripide dei monti circostanti e alle spalle di una spiaggia dalla sabbia nera. Dalla battigia si gode di uno scenario mozzafiato: in lontananza gli scogli soprannominati "il Gigante" e "la Strega" si ergono sulle acque sotto alla vertiginosa parete di roccia nuda di una scogliera.

 

Gjogv:

Un'altro piccolo paese, sempre nella parte nord dell'arcipelago, caratterizzato dalla vicinanza a una stretta insenatura che dà luogo ad uno dei migliori porti naturali dell'arcipelago, riparato dal vento e dalle onde. Le barchette di legno vanno portate sù grazie alla rampa, per tenerle al sicuro dalle ondate.

 

Il porticciolo naturale di Gjogv - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

DA PORTARE CON SÉ:

 

Data l'alta piovosità, è importante avere con sé un abbigliamento impermeabile e caldo, anche nel periodo estivo. Il passaporto è necessario: nel momento in cui questo articolo viene scritto, la carta d'identità valida per l'espatrio non è sufficiente per entrare nell'arcipelago. Dei buoni scarponi da trekking sono irrinunciabili se se avete intenzione di godere appieno delle tante opportunità offerte in tal senso da queste isole ma anche solo per avvicinarvi in sicurezza alle scogliere più ardite.

 

COSA COMPRARE:

Premesso che l'alto costo della vita tende a scoraggiare un po' questo tipo di attività, una delle cose più interessanti sono i caratteristici maglioni di lana: del resto vi basterà uscire dalla capitale per rendervi conto di quante pecore ci siano nei prati, molto più numerose che gli abitanti. In generale, potete trovare buoni capi d'abbigliamento per i climi nordici: giubbotti, guanti, berretti, ecc. Da portare a casa, o anche solo semplicemente da gustare sul posto, è il salmone, di cui non tarderete a riconoscere in mare gli allevamenti costituiti gruppetti di gabbie circolari: data la purezza delle acque delle Isole Faroe, è considerato uno dei migliori al mondo.

 

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