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Viaggiare col telecomando - III

Le meraviglie di Rai 5

 

Chiudiamo l'analisi dei programmi di viaggio ancora con Mamma Rai, in pratica con un articolo tutto dedicato a Rai 5, il nuovo canale dell'emittente di stato che ormai è diventato il mio preferito e che mi farà presto consumare i tasti 2 e 3.

 

Una politica interessante quella di questo neonato canale, che prevede di fare pochi programmi in studio. Parto subito col mio preferito: Globe Trekker, condotto la simpatico inglese Ian Wright che commenta in maniera buffa ma non banale i suoi viaggi da vero backpacker in località note e meno note, sempre molto bravo ad interagire coi locali. Tra i miei favoriti c'è anche la serie Le vie dell’Avventura prodotta dallo staff della Lonely Planet, con approfonditi servizi su destinazioni non banali, raggiunte viaggiando con lo stile minimalista che contraddistingue la clientela della famosa guida australiana (anche perché a fare un safari pernottando in un lodge da 400 euro a notte ne è capace perfino Licia Colò). Unico neo la qualità del prodotto, che varia abbastanza a secondo dell’autore che è diverso per ogni destinazione.

 

Il buffo Ian Wright, un vero viaggiatore

 

Molto programmato è Posso venire a dormire da voi? del francese Antoine de Maximy che, pur apprezzandone molti aspetti, trovo un po’ troppo forzato quando pare che tutto si risolva nel titolo, quasi che il dormire a gratis fosse più importante del godersi il posto. Lui però è bravo nel rapportarsi con gli altri, spesso anche in paesi poco facili. Più spontaneo invece L’arte di arrangiarsi di Sebastien Perez che viaggia in alcuni dei paesi più problematici del globo per condizioni di vita e sicurezza e offre sempre degli spaccati molto interessanti e difficili da trovare altrove.

 

Molto bella la serie di 6 puntate del Michael Palin’s Himalaya in cui l’ex componente dei Monty Python attraversa tutti i paesi che si affacciano sulla catena montuosa più imponente del mondo descrivendoli con una sensibilità che non credevo potesse essere propria di un componente di quel gruppo inglese non proprio famoso per la delicatezza. In seguito ha attraversato l’Europa dell’Est, con la stessa qualità nei posti visti e nel racconto. S'è vista anche la serie Paul Merton in Europe che parte dallo stesso presupposto (un comico che viaggia e commenta in modo più o meno arguto) che però, per quel che ho visto, mi è piaciuta meno, a mio modo di vedere piuttosto insistita nella ricerca di stranezze sulle quali fare battute e forse poco vicino alla realtà di quello che un viaggiatore vuole o finisce col vedere. Decisamente alternativa la serie Con i tuoi occhi, dove la viaggiatrice non vedente Sophie Massieu ci insegna a gustare le destinazioni in maniera multisensoriale. Molto bello anche il francese La Terra vista dal Cielo (non a caso realizzato dal fotografo Bertrand, specializzato in fotografia aerea), che ci propone non solo spettacolari riprese dall'alto ma anche approfondite considerazioni sull'impatto dell'uomo sull'ambiente che lo circonda. Godibile anche la serie Shoreline dove diversi esperti raccontano le peculiarità degli spettacolari 3000 km di costa del Sudafrica.

Per quanto possano essere interessanti e comunque offrire spunti (ma forse sarebbe meglio dire spuntini...), non considero particolarmente focalizzato sul viaggio No reservations del cuoco Anthony Bourdain, così come quella pletora di programmi che mettono il cibo al centro dell'attenzione (da Orrori da gustare di Andrew Zimmermann ai programmi con Jamie Oliver e Ti ci porto io con lo chef Vissani)  che affrontano qualche aspetto culturale ma soprattutto la cucina dei paesi in cui girano le puntate. Lo stesso dicasi dei programmi di “sopravvivenza”, su altre reti, dove pur potendo ammirare paesaggi stupendi si finisce col porre l’accento soprattutto sulle performances atletico/logistiche dei protagonisti.

 

Il competente Philippe Daverio di Passpartout, ossigeno per la mente

 

Ma non ci sono solo prodotti stranieri: piacevole, anche se a mio avviso poco approfondito, Dreams Road della coppia Emerson Gattafoni e Valeria Cagnoni. A me pare che ci sia un errore nel titolo: Dreams Road significa “la strada dei sogni”, forse sarebbe stato meglio fosse “Dream Roads”, cioè “strade da sogno”, visto che quelli che descrivono sono viaggi in moto dove l’attenzione viene posta, come è normale per chi viaggia con questo mezzo, maggiormente sul percorso che sui siti visitati. Dal tanto materiale girato ora vengono proposti dei “bignami” chiamati Roadbook e Roadbook Italy, quest'ultimo a bordo di improbabili triruote simili ai cosiddetti tuk-tuk asiatici. Ultimamente è stato programmato pure uno Speciale Roadbook Italy, una soirée con tanto di musica classica e balletti di Kledi, il classico tentativo italico di rendere un programma di viaggio farne un programma generalista tramite la solita aggiunta del circenses. Più curato I Borghi più belli d'Italia, il cui titolo dice già tutto. Sempre per rimanere in ambito di programmi made in Italy, per quanto non sia un programma di viaggio tout court, stravedo per Passepartout (Quasi tout) del corpulento onnisciente Philippe Daverio. Mentre è da poco cessata la programmazione della nuova serie Il Capitale (stessa elevata qualità dei contenuti, stesso montaggio ritmato e stessa incombenza del conduttore, forse solo un po' più calato nell'attualità e, per quel che ho visto, con qualche fustigata in più sui malcostumi in ambito di conservazione dei beni artistici), Passepartout è stato prodotto per tanti anni e le sue repliche vengono regolarmente riproposte: sarà che sono argomenti senza tempo, ma anche se le ricordo vagamente le rivedo sempre volentieri, un po' come i film di Totò riprogrammati eternamente nei pomeriggi estivi.

 

Chiudo doppiamente in bellezza con quella che a mio avviso è stata la serie più bella mai trasmessa: I Sentieri del mondo dedicata ai popoli tribali nel nuovo millennio: 12 puntate monografiche dedicate ad alcuni dei popoli più interessanti del globo. Per me un’autentica goduria.

 

Viaggiare col telecomando - I

Viaggiare col telecomando - II

 

ESPERTO: Viaggi etnografici e alternativi

Roberto CORNACCHIA

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