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Ogni scarrafone... è buono a mamma Soia

L'approccio dei cinesi verso la loro cucina e quella degli altri

 

In precedenza vi ho parlato in maniera generica del cibo cinese in Cina, come dettovi piuttosto diverso da quello che si vede in Italia, ma non avevo ancora parlato di alcune specialità locali che non vengono proposte fuori da patrii confini anche perché sicuramente poco "digeribili" per il pubblico occidentale. Entriamo così nel classico discorso sulle stranezze che i cinesi hanno il coraggio di mangiare, spesso alimentato da leggende metropolitane.

 

Per loro stessa ammissione i cinesi mangiano qualsiasi cosa abbia quattro zampe, tranne i tavoli. Ma non è un limite invalicabile: basta recarsi al mercato notturno nella zona di Wangfujing, a Pechino, per rendersi conto che il numero di zampe non costituisce un problema. È il quartiere degli snack notturni ed è famoso per le bancarelle nelle quali si trovano gli alimenti più improbabili infilzati negli spiedini e pronti per essere rosolati su richiesta: insetti, ragni, cavallette, cavallucci marini, scorpioni, millepiedi, stelle marine, lucertole, meduse... Se non ve la sentite di mettervi nello stomaco qualcosa che normalmente tendereste a rincorrere con un insetticida, nessun problema:  anche solo lo spettacolo offerto dalla folla è motivo sufficiente per riversarsi nelle strade di questo quartiere.

 

Non solo gli animali possono essere strani ma anche i "tagli": non è raro che di bestie di cui siamo più abituati cibarci si mangino parti per noi inconsuete come le zampe, la coda, lo scroto, i testicoli, i genitali o gli occhi. Per prevenire i soliti ragionamenti che questi argomenti di solito suscitano, vorrei ricordare che anche dalle nostre parti non è che ci facciamo mancare piatti dal dubbio aplomb: dalle lumache alle rane, dal sanguinaccio insaccato (ricavato dal sangue di maiale e interiora) a formaggi pieni di muffe come il gorgonzola o di larve come il casu marzu sardo, dallo haggis scozzese (un insaccato con cuore, polmoni e fegato di pecora) allo hakarl islandese (cubetti di squalo putrefatto) per mangiare il quale è impossibile non tapparsi il naso.

 

Carne di cane in vendita nella Cina rurale

Carne di cane in vendita nella Cina rurale - Archivio Fotografico Pianeta Gaia

 

Argomento delicato per una platea occidentale è quello relativo alla carne di cane, anche se va chiarito subito che è assolutamente improbabile il fatto di potersela trovare nel piatto spacciata per qualcos'altro, come ogni tanto si legge qua e là. Questo perché in Cina la carne del cane è ritenuta di alta qualità (un piatto "caldo" secondo la cucina cinese che distingue le pietanze in "calde" e "fredde" non in base alla temperatura alla quale vanno servite ma a seconda del loro effetto sull'organismo) e quindi non viene certo usata per rifilare una fregatura ad un ignaro cliente occidentale. Anch'io ho degli animali domestici ai quali voglio bene come fossero delle persone e capisco la difficoltà che hanno molti nell'accettare questa tradizione cinese, ma va detto che i cinesi di campagna (dove di solito si trova questo piatto, più raramente in città) non hanno nessun rapporto affettivo coi cani, che ai loro occhi sono animali domestici alla pari dei maiali o delle vacche per mangiare i quali ci facciamo molti meno scrupoli. Non è un caso che, con il miglioramento delle condizioni economiche e la conseguente occidentalizzazione dello stile di vite, il consumo di carne di cane sia in rapida diminuzione, al punto da spingere il governo cinese a varare, nel 2010, una legge che mette al bando il consumo di carne di cane e di gatto, anche se nelle campagne pare ancora ben lungi dall'essere stata recepita come dimostra la mia foto sopra.

 

Per quanto i cinesi non si facciano problemi ad ingurgitare le cose apparentemente più strane, generalmente sono estremamente restii anche solo a provare le cucine di altri paesi. Hai voglia a parlargli dei nostri piatti: ti diranno che gli spaghetti e la pizza li hanno inventati loro e come sempre la colpa è di Marco Polo che ha rivelato il segreto una volta tornato in patria. Hai voglia a spiegargli che la nostra pasta è fatta con grano duro e va cotta al dente, Hai voglia a dirgli che la mozzarella di bufala con la passata fresca di pomodoro non è nemmeno lontana parente con una salsa agrodolce. Per loro (i cinesi sono tendenzialmente sciovinisti) i nostri piatti sono al massimo una brutta copia di quelli da loro inventati. Uno pensa: "Almeno quelli che vengono in vacanza in Italia, si renderanno conto che i nostri piatti sono un'altra cosa...". Invece no, perché sembra che i tour operators che organizzano viaggi di comitive cinesi nel nostro paese abbiano difficoltà nel trovare ristoranti cinesi adeguati ai loro numerosi gruppi, visto che di mangiare qualcosa di diverso dalla cucina cinese spesso non è nemmeno contemplato nei "tour tutto compreso" coi quali di solito visitano il nostro paese.

 

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Roberto CORNACCHIA

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