giorno 9
MAR 20-08-2019 - HOI AN / HO CHI MIN CITY
Dopo colazione, visita di Hoi An, una delle città più belle e meglio conservate dell’intero paese, passata praticamente indenne attraverso la guerra pure essendo molto vicina al 17°parallelo. Antico porto commerciale, la città conserva intatta la splendida architettura del XVII e XVIII secolo delle case di commercio e degli edifici pubblici, un misto di influenza cinese-viet e giapponese.
Da non perdere il bellissimo Ponte Coperto Giapponese - simbolo della città, la Pagoda Phuc Kien, l’Antica dimora di Phung Hung e la Quang Dong Assembly Hall, la Sala Riunioni della Comunità Cinese. Pranzo in ristorante locale. Trasferimento in aeroporto per il volo a Ho Chi Minh.
Arrivo, trasferimento al hotel e pernottamento presso hotel Saigon Prince Hotel o similare.
Il motorino come status symbol
7.5 milioni di abitanti e 5 milioni di motorini, il Vietnam è un paese a due ruote. Nella sola Ho Chi Minh il 65% degli spostamenti urbani avviene in ciclomotore, confrontato ad uno scarso 5% di quelli che, invece, avviene in automobile. Insomma, pare che lo scooter spopoli da queste parti, tanto da essere diventato un vero simbolo di identità cittadina, a cui gran parte della vita quotidiana ruota attorno: c’è chi lo scambia per poltrona su cui concedersi un pisolino, chi lo usa per sedersi a mangiare o parlare. I vietnamiti lo considerano davvero al pari di un bene primario a cui, quindi, non si può proprio rinunciare.
E ad usarlo sono davvero tutti. Amato non solo dai single, ma perfino da famiglie intere. Nell’orda di traffico che riempie le strade, sarà perciò normale imbattersi in papà e mamma che viaggiano portandosi a bordo l’intera prole . Ma negli ultimi anni le due ruote da status symbol sono finite per diventate un vero problema sempre meno sostenibile. L’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni e l’alto tasso di incidenti stradali ha portato il Governo a optare per politiche che ne vietano la circolazione entro il 2030, con il conseguente potenziamento della rete dei mezzi pubblici. Un tragico e triste epilogo per i milioni di centauri che si vedranno costretti ad andare a piedi e ad appendere il casco al chiodo