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Verso Assen

Breve escursione in Olanda

 

Questo non è un vero e proprio viaggio in Olanda, ma semplicemente il percorso verso uno dei tempi del motociclismo mondiale, il TT-Circuit di Assen. Ovviamente visto il luogo era quasi dovuto un giro tra i canali, i tulipani e le strade secondarie dei Paesi Bassi.

 

Avendo come prima meta l'incredibile diga del Afsluitdijk, ci dirigiamo verso Lelystad entrando in Olanda da Arnhem lungo le autostrade che né in Olanda né in Germania si pagano (ma in Germania mancano sovente le informazioni e chilometriche file sono all’ordine del giorno). In poco più di un’ora raggiungiamo Lelystad, nel Flevoland, zona che si è costituita grazie al duro lavoro di sottrarre terre al mare. Non essendo per nulla luogo turistico, le strutture alberghiere latitano ed arrivandoci poco prima delle 23:00 l’unico luogo aperto in città per darci accoglienza è l’Hotel Apollo, proprio a ridosso del centro cittadino che come capita sempre da queste parti è pedonalizzato.

 

L’hotel è un 4 stelle e questo ci mette un senso di inquietudine, ma scopriamo subito che i prezzi in Olanda son ben diversi da quelli italiani. Per un stanza per 2 persone, sontuosa colazione a buffet ed uso libero di internet (siam pur sempre in missione per le gare di moto, ci serve consultare i tempi delle prove e le relative info a proposito di eventuali guasti e cadute) ci chiedono 69,00 €, che subito pensavamo fossero a testa ed invece erano da dividere. Il parcheggio comunale di fronte all’hotel costa invece 0,50 € per 12 ore, fate un po’ voi…

 

La prima meta della mattinata, coperta ma non terribile, è ovviamente la famosa diga del Afsluitdijk, 33 km che corrono in mezzo al mare e che servono a far sì che la forza delle acque non mangi più la tanto preziosa terra. Entrando da Lelystad si passa su di un enorme ponte levatoio che sovente viene aperto per permettere alle navi più grandi di entrare nello Zuiderzee (mare del sud) da dove poter giungere fino ad Amsterdam. Nel mezzo della strada che sorge sopra alla immensa diga c’è un posto di sosta, il Check Point Charlie, dove poter osservare l’immensità dell’opera e dove si può mangiare e bere.

 

Di prima mattina, col vento fortissimo ed un accenno di pioggia son pochi i viandanti qui di passaggio, come son ancora pochi i ciclisti che percorrono la diga (a fianco della strada per i mezzi a motore c’è una pista ciclabile). Continuando raggiungiamo Enkhuizen, dopo di essere però passatti sotto ad un canale che permette alle navi più piccole di evitare di attraversare tutta la baia ed entrare nello Zuiderzee dalla parte di Lelystad. Nella cittadina l’unica vera attrattiva è il museo che ricostruisce la situazione della zona e le condizioni di vita prima dell’immensa opera di chiusura del mare.

 

I mulini a vento di Zaanse Schans

I mulini a vento di Zaanse Schans

 

Continuiamo verso sud sempre a fianco dei tanti canali che servono sovente anche da irrigazione ai campi del posto, dove al momento svettano imperanti i tulipani in un'infinità di colori. È il periodo giusto per vedere questa coltivazione (fine aprile) ed in effetti è un incanto continuo, con infinite soste per fotografare. La natura bucolica del territorio viene descritta anche dalle tante tipologie di animali al pascolo e dai numerosi carretti che girano sulle vie. Stupisce che nessuno abbia fretta e nessuno suoni od insulti i lenti contadini padroni delle strade.

 

Giungiamo allo Zaanse Schans (10 km a nord di A’dam, che noi evitiamo), un villaggio tradizionale trasformato in museo all’aria aperta. Si paga il parcheggio ma la visita è gratuita. Spettacolare come l’immagine dell’Olanda che solitamente si fissa nell’immaginario, il villaggio è costituito da cinque mulini ancora funzionanti e da case di oltre 300 anni fa che producono e vendono di tutto, dal formaggio ai colori realizzati dai pigmenti estratti dalle pale dei mulini. Ovviamente la visione del luogo col bel tempo che intanto è arrivato mette nelle persone una rilassatezza dimenticata, e se nella prima parte pare di essere un po’ in troppi, iniziando le escursioni nei mulini più lontani questa sensazione va via via esaurendosi. Ovviamente tutta la zona è circondata da piste ciclabili che permettono in tutta sicurezza di essere raggiunta e ben visitata in bicicletta.

 

Decidiamo di visitare uno dei mulini, scegliendo il De Kat (il gatto). Nel mulino vengono prodotte sostanze coloranti che servono per i colori dei pittori ma anche per tingere stoffe. Molto bello è starsene a sentire lo scricchiolare dell’intera struttura che nella parte superiore ospitava una mostra fotografica di lavori e lavoratori del passato e di oggi. All’interno di questo villaggio-museo non mancano le possibilità di comprare prodotti tipici, dal gelato al formaggio ai famosi diamanti tagliati alla perfezione, per finire con gli immancabili tulipani.

 

Rientrando verso nord ci rifacciamo la diga fermandoci al Check Point Charlie per un veloce spuntino. Se il menù vi è incomprensibile in fiammingo, ve lo possono servire anche in inglese, le porzioni sono tutte abbondanti. Ora che il bel tempo ha avuto la meglio è un piacere osservare nei paraggi molte tipologie differenti di volatili migratori, e gli appassionati di birdwatching spuntano ovunque lungo la diga. Passando da Lelystad si può vedere l’unica attrattiva della città, la nave-museo Batavia, la ricostruzione di una antica fregata olandese del 1600. Prendendo la strada in direzione di Schokland ma evitando l’autostrada, ci si imbatte nuovamente in grandi coltivazioni di tulipani, dove se prima dominava il giallo qui la prevalenza è il rosso alternato al bianco.

 

Puntiamo ora al Parco Nazionale Weerribben, grande regione paludosa che anche ora è percorsa in lungo e largo da canali che fungono da strade per gli abitanti del posto. Per chi avesse tempo a disposizione ci sarebbero infiniti percorsi a piedi od in bicicletta, noi possiamo solo andarcene a caso nelle tante stradine che si intersecano, non sempre asfaltate. Canali e piccole imbarcazioni, mulini ed animali, villici locali e pescatori si alternano con splendida continuità all’interno di una vasta area che non si vorrebbe mai lasciare.

 

Ma il dovere di cronisti del circus Superbike ci chiama, così continuiamo per una piccola cittadina nei paraggi dove far tappa per il circuito di Assen. Il luogo prescelto si chiama Dwingeloo, pare un paese delle fiabe, tutto sembra fermo al 1800 se non fosse per la tecnologia che si trova all’interno di ogni abitazione, e dopo qualche tutto esautiro (la SBK qui è un evento da oltre 100.000 persone) riusciamo a trovare alloggio nell’hotel centrale, tra l’altro lo stesso di alcuni team del mondiale.

 

Parco Nazionale Weerribben

Parco Nazionale Weerribben

 

Per arrivare al tempio delle moto ci son circa 20 km, la metà dei quali da percorrere all’interno di parchi che se non sono definiti nazionali sono comunque molto interessanti. Qui i canali iniziano a diminuire ed ovviamente una volta raggiunta l’autostrada per Groningen (la città più grande del nord) il traffico ritorna quella delle grandi città, soprattutto ora che il flusso di moto è uno spettacolo a sé. Raggiungiamo il circuito e notiamo che a differenza di quanto avviene da noi i parcheggi sono gratuiti, nessuno ti mette fretta se non sei il più veloce possibile a parcheggiare ed il clima continua ad essere di una rilassatezza unica. All’interno del paddock, ospiti del Team Grillini PBR, iniziamo a respirare quall’aria mitica di un luogo simbolo per tantissimi appassionati di moto. Il viaggio verso Assen finisce qui, ora saranno giornate di moto, sorpassi, spettacolo, e chiacchere da paddock, insomma, il solito circus mondiale con però sullo sfondo colori, umori e tempi che parevano ormai dimenticati.

 

BLOGGER

Luca COCCHI

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